I pensieri di Arbasino nella Baires “italiana”

Basterebbero il dialoghetto con Borges del 1977 e l’Evita in Musical dell’anno successivo a nobilitare l’ultimo libretto di Alberto Arbasino, Pensieri selvaggi a Buenos Aires. Non è l’ennesima raccolta del più scanzonato e politico (nel senso più civile e militante del termine) dei nostri scrittori, ma l’ulteriore mattone di un grande affresco di costume e società innalzato all’Italiano. Stavolta Arbasino è in trasferta all’estero, come tante altre volte. Meta è l’Argentina: il grande e popoloso Paese sudamericano, che ha la più alta concentrazione di emigranti italiani, fornisce uno strumento utile per capire i reciproci rapporti tra i due popoli. Qui, l’autore di Fratelli d’Italia innesca la sua impareggiabile perizia di catalogatore di opere, film, libri e persone che danno la stura all’ennesima potenza allo straordinario gioco della cultura fra due mondi.

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A. ARBASINO, Pensieri selvaggi a Buenos Aires, Adelphi, Milano 2012, pp. 126, 10 euro

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