I mondi paralleli nascosti in una “Q”

Cominciamo dal titolo, quel 1Q84 che allude al 1984,l’anno cui si intitola il celebre romanzo di Orwell, con quella “Q” che in giapponese si pronuncia allo stesso modo del numero nove, ma che significa anche dolore. Insomma, un piccolo scarto, apparentemente solo grafico, ma che introduce alcune variabili, come tutto il romanzo di Murakami Haruki, che è giocato su uno scarto tra la realtà del 1984 e una sorta di realtà parallela, che è quella del 1Q84. È in essa che entra, per esempio, Aomame (il cui nome significa Pisello verde), uno dei due protagonisti le cui vicende si alternano di capitolo in capitolo, scendendo da una scaletta di emergenza della piazzola di sosta di un viadotto, che prende perché il traffico è completamente bloccato e lei deve arrivare a un appuntamento molto importante, per cercare di raggiungere una stazione della metropolitana. L’altro protagonista è Tengo, scrittore trentenne di romanzi inediti e insegnante di matematica. Lui entra nel mondo di 1Q84 grazie al dover fare il ghost-writer per Fukaeri, una liceale diciassettenne, che una casa editrice c

he vuole concorra a un importante premio col suo romanzo La crisalide d’aria. Questo lo introduce in storie spiazzanti, portano Tengo altrove, lo inquietano, davanti al prendere vita delle creature del Little People, che sembrano buone ma sono maligne e si insinuano (versione moderna e diffusa del Grande Fratello orwelliano) come parassiti nel corpo umano: per entrare in contatto con esse c’è solo il cadavere di una capra attraverso cui queste arrivano nottetempo tra gli esseri umani. Aomame e Tengo, che si conoscevano da bambini e si erano anche innamorati, non si vedono da trent’anni e ci si aspetta sempre che si incontrino, almeno in quell’altro mondo, visto che Muarkami aveva spiegato, a suo tempo, citando gli amati Pink Floyd, che vivono tutti e due nel «lato buio della Luna». Del resto questo romanzo, il più venduto nella storia del Giappone e già di culto, di cui per ora escono le prime due parti mentre la terza (pubblicata da poco in originale), verrà tradotta l’anno prossimo, è un racconto magmatico e sfuggente, coinvolgente e magico per la ricchezza fantastica delle invenzioni, rese con apparenza realistica, grazie alla minuzia concreta, attenta ai minimi particolari, del racconto. Pare che la soluzione di tutto sarà proprio l’amore, ma ai lettori italiani tocca aspettare per saperlo. «Non si lasci ingannare dalle apparenze: la realtà è una sola», avverte sibillino il taxista, come a rimescolare le carte di tutto il romanzo, mentre Aomame scende dalla sua auto. Una lettura - insomma - tutta da scoprire e impossibile da sunteggiare, di cui è meglio non anticipare di più, aggiungendo solo che Aomame tocca, come rassicurante, un punteruolo da ghiaccio che tiene in fondo alla borsetta (e che userà per uccidere) e ha in mente una sua carissima amica morta suicida, mentre Tengo, orfano di madre sin da piccolo, ha di lei un lontano ricordo. Quello tra le mani è un romanzo che ha una grande capacità di racconto ed è inoltre “musicale” nel suo andamento per temi e variazioni, dando anche tutta una serie di riferimenti musicali, a cominciare dalle note della Sinfonietta di Leos Janacek. Un romanzo che sembra un pò la summa di tutta la narrativa di Murakami, con allusioni e punti di contatto specialmente, è l’impressione di chi srive, con le vicende amare dei giovani protagonisti di Norwegian wood e Nel segno della pecora e con la ricerca di un senso generale, attraverso i protagonisti alla ricerca di se stessi, che rimanda a Kafka sulla spiaggia e L’uccello che girava le viti del mondo.

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MURAKAMI HARUKI, 1Q84, Einaudi, Torino 2011, pp. 720, 20 euro

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