Dal tono fermo e sicuro, ben piantata nell’enigma e nei rigori della storia e delle vicende della persona, questa raccolta di Stevka Šmitran ha una forte vocazione alla deissi e per tutto ciò che ci mette in relazione a un consistere, sia questo dovuto a un sedimentarsi di sapere e culture, sia quello del soggetto esposto alle distruttività della storia e del tempo, al regime dell’insensatezza e dell’indifferenza. È una poesia ricca di bagliori e con qualche durezza in cui tradizioni slavo-meridionali si uniscono in dialogo a quelle anglosassoni e latine. Per tutte le poesie, Con gli occhi dei fiocchi di neve: «Ci guardano con gli occhi dei fiocchi di neve / mi sfioravano e io chiedevo per noi // se a qualcuno ancora risplendevano / gli occhi dei fiocchi di neve / se a qualcuno ancora la giovinezza / sapeva di pudore. // Ai bianchi occhi venuti dal vuoto celeste / mi arrendevo come i rami dei pini, / come la fila di tombe addormentate, // solo per sapere che nulla resta dei fiocchi di neve - / coperta di loro mi ghiaccio / coperta di loro ti chiamo // e cammino sui tuoi passi di marmo».
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Stevka Smitran, Le ciglia d’Oriente, La Vita Felice edizioni, Milano 2013, pp. 56, 10 euro
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