Gli sguardi degli altri, un antidoto al dolore

Mentre la sfera pubblica è caratterizzata da caste, conventicole, lobby e cricche che mirano all’unico obiettivo di conservare indefinitamente se stesse e i propri interessi, Alfonso Brentani esordisce con un romanzo dal titolo Per oggi non mi tolgo la vita. Debitore del Giuseppe Berto de Il male oscuro, di Guido Morselli e delle amare riflessioni di Luciano Bianciardi sul lavoro culturale, Brentani mette in scena la tragicomica vicenda di un personaggio che fallisce reiterati tentativi di suicidio, giungendo in conclusione a prendere posizioni precise nei confronti dell’etica medica e degli interessi industriali delle case farmaceutiche, produttrici in particolare di psicofarmaci. Lontano anni luce dalla socialità obbligatoria del sorriso a tutti i costi, disgustato dalla logica consumistica e dai luoghi comuni del linguaggio, l’io narrante del romanzo di Brentani incarna tutte le angosce e le insicurezze di un moralista degno di questo nome. Il primo destinatario degli strali del protagonista è infatti il protagonista stesso, che sulla pagina si mette a nudo e non si perdona nulla, né del carattere, né della fisiognomica. Con alcune incursioni diaristiche, l’autore delinea al contempo il ritratto di un uomo dagli affetti delicati, autentici e profondi, che non si fanno comprare a buon prezzo. Stemperando il dramma con l’ironia e inducendo a ragionare senza sconti sulla fragilità umana, il romanzo di Alfonso Brentani riesce a essere un libro sulla vita e non sulla morte, un viatico per chi cerca delle ragioni positive e le trova negli sguardi delle creature più prossime, amiche.

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