Gli esordi della bicicletta “cantata” da otto fuoriclasse

Ci sono Mark Twain e Federico Tozzi, Stephen Crane e Alfredo Oriani, Arthur Conan Doyle e John Gasworthy, Olindo Guerrini e Alfredo Panzini. Otto nomi per otto racconti, tutti scritti in piena “belle époque“, tra fine Ottocento e inizi Novecento e tutti ispirati alla bicicletta («il velocipede» come si chiamava allora), “declinata” nei più svariati modi e usi e simbolo dell’era della velocità - tanto strombazzata dai futuristi - e dell’uscita dalla palude vittoriana. Li ha radunati in questo gustoso e ben curato volume Giovanni Casalegno, con le illustrazioni stilizzate, essenziali e pulite di Riccardo Guasco. Il volume, uscito per i tipi di Bolis, offre un affresco suggestivo di un’epoca e di un mondo nel quale la biciletta, per alcuni «un’invenzione diabolica», rappresentava il simbolo della modernità irrompente.

Giovanni Casalegno (a cura di)Otto racconti in bicicletta (ill. di Riccardo Guasco)Bolis Edizioni, Bergamo 2017, pp. 157, 24 euro

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