Fioretti riscrive Dante l’Inferno è per tutti

Un remake dell’Inferno, il primo (e più amato oltre che più accessibile) libro della Commedia dantesca. Lo ha scritto Francesco Fioretti per Rizzoli in un libro, sugli scaffali da oggi, che non mancherà di far discutere. Perché un conto è divulgare, leggendolo e spiegandolo, il poema dantesco - come hanno fatto senza toccare l’originale Vittorio Sermonti e Roberto Benigni -, un altro è riscriverlo in toto nell’italiano di oggi. Un’operazione realizzata da un autore che di Dante non è certo un profano (oltre a essersi addottorato sull’Alighieri e lo Stil novo ha scritto due fortunati thriller storici con il sommo poeta protagonista), ma che farà storcere il naso ai puristi. Fioretti spiega nella postfazione la scelta di modernizzare il linguaggio (ma espressioni come «la notizia l’aveva devastato» sono davvero troppo...) e illustra le ragioni per cui, all’insegna della politically correctness, ha espunto Maometto e i sodomiti pur ritenendo assolutamente attuale il pensiero dantesco. Resta però un dubbio: era davvero necessario?

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Francesco Fioretti, La selva oscura.Il grande romanzo dell’Inferno, Rizzoli, Milano 2015, pp. 320, 17 euro

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