Due anime smarrite in cerca di un legame

L’uomo ha 75 anni, lei quasi la metà: il loro passato, in una Israele in divenire, é un grumo nero attorcigliato nella Shoah. Due mondi, due solitudini, due generazioni incalzate dalla storia. Eppure nella landa deserta che è diventata la loro esistenza, l’amore irrompe inaspettato e quieto. Ed è una rivoluzione. Ernest, l’uomo di 70 anni, scrittore in cerca di parole «concrete» e non vane, troverà finalmente l’ispirazione; Irena, la giovane, conoscerà la felicità che le é stata sottratta dalla storia. Il romanzo di Appelfeld - autore di Badenheim 1939, straordinario romanzo sull’impossibilità ebraica di quegli anni a fronte della volontà maligna dei nazisti - è un gioiello emotivo, capace con la sua prosa di far risaltare i sentimenti di due anime perse che ritrovano la profondità e la gioia della vita. Nel dialogo tra i due c’è il progressivo disvelamento di due persone, lontane dal rumore del mondo, eppure da quello segnate nel profondo. Il legame tra i due porta in Irena «parole», le stesse che Ernst cerca appunto nella sua scrittura; in Ernest invece la luce, l’armonia, la fede della semplicità che irradiano dalla giovine. In entrambi lenta, ma inesorabile, sale la riconciliazione con il passato: in lui con il mondo fatato dei Carpazi che ha dovuto abbandonare, lasciando parenti e genitori; in lei, ragazza orfana, con un universo di pacatezza mai respirato prima. E sarà proprio l’amore a dare a Ernest la «concretezza» di una prosa limpida ed essenziale e diventare finalmente uno scrittore. La felicità trovata infine dopo tanta sofferenza.

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AHARON APPELFELD, L’amore, d’improvviso,Guanda, Milano 2011, pp. 236, 16,50 euro

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