L’8 marzo è da poco passato, ma è ancora forte l’eco del 13 febbraio: si continua a discutere di pari opportunità, di conciliazione tra famiglia e lavoro, di quote rosa. Intanto “bunga-bunga”, velinismo e gossip imperversano sui giornali. In questo calderone spicca per pacatezza e originalità il libro di Costanza Miriano, giornalista del tg3, 4 figli, «cattolica e dunque (quasi) sempre di buon umore». Il suo Sposati e sii sottomessa che riprende nel titolo un versetto di San Paolo, è un inno alla vita, alla «diversità consapevole», al matrimonio concepito con ruoli (diversi ma complementari) tra uomo e donna, tra mamme e papà. Perché le pari opportunità sono anche questo: volere il bene dell’altro e imparare «l’obbedienza leale e generosa: la sottomissione», scrive l’autrice. A scanso di equivoci aggiunge: «E tra noi ce lo possiamo dire: sotto ci si mette chi è più solido e resistente, perché è chi sta sotto che regge il mondo». Il matrimonio è la sfida dell’impegno, oggi così demodé e per questo molto più controcorrente di altre. «Una sfida che si può affrontare solo se ognuno fa la sua parte», sostiene Miriano. Che al concetto (forse un po’ logoro) di emancipazione sostituisce quello di accoglienza. Non è un libro facile da digerire, a dispetto dello stile brioso, godibile e capace di mescolare la borsa di Chanel con l’enciclica del Papa, Sex and the City e la teologia: più complesso di quello che appare a una lettura superficiale, dimostra a chi ci vuole tutte uguali che la donna non può essere ridotta ad una sola dimensione, tantomeno a quella delle cosiddette “uome”. Da leggere.
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