Dal silenzio a Dio, l’ascesi della parola

Come scrive Marisa Ferrario Denna, a sua volta poetessa, inizia con questo volume una nuova collana di poesie, quella di Nomos, cui vanno in tempi così sordi e di scarsi lettori di poesia (primi fra i poeti, poi fra chi di competenza) i nostri migliori auspici. La scelta non poteva essere più fausta, sia per il coraggio di non far piovere sul bagnato, sia per la qualità della poetessa dalla lingua chiara e significante, che sa con profitto, giostrarsi fra l’osservare, il riflettere, il dire e creativamente interpretare le più genuine tradizioni metriche e ritmiche novecentesche nell’attraversamento della tradizione. Il silenzio e le voci in quattro parti, come ha ben evidenziato la Denna nelle sue pagine introduttive, è un cammino di ascesi. Dal “silenzio potenziale” della parola che poco ha a che fare con l’indicibile e l’indecidibile perché viene detto ed espresso alla sezione “Genesi” in cui si va «dal silenzio a Dio - operando un attraversamento del libro della Genesi, come a voler rintracciare la parola nel suo primo farsi dal primo uomo, dall’origine dell’umanità, quasi a ricercare nel “sacro” il proprio senso più profondo e più autentico». Fra questi estremi “Anima” e “Passeggiate nel bosco” a delineare un compimento e una strutturazione della raccolta che felicemente sfugge a quell’aspetto epifanico e da collezionista di istanti slegati che contraddistingue molte raccolte appunto di poesie. Dal piglio reboriano la poesia: «Mia anima, aspetti. / Nel buio intuisci / gli oggetti di casa, / conosci il mobilio / guardiano del vuoto. / Verrà questa sera: / l’attesa più vera / di ogni presenza. / Sospesa, misuri l’assenza. / Io tendo la mano».

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ALIDA AIRAGHI, Il silenzio e le voci, Nomos Edizioni, Busto Arsizio 2011, pp. 112, 14 euro

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