Dal Cane al Gatto, l’Eni “in rivista”

Un’azienda “madre”, in grado di dare lavoro, ma capace di offrire anche altro: anzitutto una casa a prezzi sostenibili, semplice e modesta, ma realizzata in un ambiente gradevole, nel verde che il Redefossi di allora riusciva ancora a far crescere tra le marcite di San Donato Milanese, riversando di quando in quando - con improvvise e tempestose fughe dall’alveo - il suo “limo” fertilizzante; e poi un tessuto sociale omogeneo, con quella parlata un po’ grossière, familiare ai molti che il patron si era portato al Nord lasciando i leopardiani colli di Matelica in cerca di fortuna. E la cultura, già, una cultura che non fosse soltanto quella aziendale dei pozzi petroliferi, del gas, dei deserti africani e dei geologi pionieri, mossa dalla volontà - pur presente - di fare una sola famiglia delle migliaia di dipendenti sparpagliati fra la periferia milanese e gli impianti distribuiti in mezzo mondo; ma una cultura che abbracciasse, in qualche modo, i vari campi del sapere e aiutasse a vivere, a pensare, sapendo all'occorrenza anche divertire, proponendosi a tutti, senza troppi intellettualismi. Questa era l’Eni di Enrico Mattei e questo - raccontare il Paese attraverso le migliori “penne” in circolazione, chiamate a descrivere il boom che il “cane a sei zampe” ha contribuito a innescare - venne chiamato a fare «Il Gatto selvatico», l’house organ che Mattei decise di realizzare e di cui affidò la direzione al poeta Attilio Bertolucci nel 1955.

Il valore di quella rivista, il cui titolo traduceva l’inglese wildcat (termine indicante il pozzo esplorativo) e che per un decennio arrivò nelle case di migliaia di lavoratori, è oggi possibile riscoprire attraverso la selezione di brani che Rizzoli, in collaborazione con l’archivio storico dell’Eni, ha affidato a Paolo Di Stefano e mandato in stampa nelle scorse settimane. Il volume, intitolato non a caso, Viaggio in Italia, offre un’occasione interessantissima per una gustosa scorribanda lungo il Belpaese in compagnia di autori dai nomi altisonanti (alcuni dei quali, per la verità, allora ancora agli esordi) come Carlo Emilio Gadda, Salvatore Sciascia, Alfonso Gatto, Goffredo Parise, Giovanni Comisso, Giorgio Caproni, Giuseppe Dessì, Natalia Ginzburg, Giorgio Bassani, Carlo Cassola, Mario Soldati, Raffaele La Capria, Alberto Bevilacqua. Un “parterre” importante, selezionato con cura da Bertolucci, cui Mattei aveva affidato l’incarico di realizzare - sono parole sue - «un giornale leggibile dal presidente della Repubblica al più lontano dei nostri perforatori, ai ricercatori di petrolio». E questo hanno fatto gli autori che il poeta e storico dell’arte emiliano chiamò alla “corte” di Metanopoli: chi raccontando di viaggi in auto da un lembo all’altro della Penisola ma anche oltre confine (Bassani, Banti, La Capria); chi descrivendo luoghi radicalmente trasformati dalla presenza dell’industria (la Gela di Sciascia) o ancora arcaicamente radicati in una preistoria senza tempo (la Sardegna di Dessì); chi illustrando la lenta ma inesorabile mutazione delle montagne del Nord (il Cadore di Comisso). La “matrice” aziendale, con i riferimenti al petrolio, alle pompe di benzina, alla marinettiana automobile, simbolo della velocità e della forza del progresso, qua e là emerge sottotraccia o anche esplicitamente, ma ciò non toglie il gusto alla lettura, in qualche caso di sopraffina fattura come nello straordinario racconto dell’“ingegnere” (Gadda), impegnato a dirigere il montaggio di un impianto per la fabbricazione di ammoniaca in una terra di confine quale la Lorena; o nelle pagine, dagli accenti di amaro lirismo, di Sciascia e Dessì dedicate alle due isole maggiori e al loro lento, ma inesorabile tentativo di uscire dalla miseria. Pagine di letteratura che ci piacerebbe leggere anche oggi in qualche bollettino aziendale, dove numeri, grafici e schemi sembrano invece aver imbrigliato pensiero e fantasia nella “camicia di forza” della statistica e dell'orrendo linguaggio della finanza che tutto crea e tutto distrugge.

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AA.VV., Viaggio in Italia. Un ritratto del Paese nei raccont del “Gatto selvatico“ (1955-1964), con prefazione di P. Di Stefano, Rizzoli, Milano 2011, pp. 221, 9.90 euro

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