Da Flynn e Smith fino a D’Avenia, la nostra guida

Cartaceo o digitale, il libro non può mancare tra i regali sotto l’albero. Se siete indecisi ecco un piccolo vademecum sulle migliori strenne, al termine di un anno che, a fronte di uno stallo nelle vendite dei libri cartacei, non ha registrato il volàno delle edizioni digitali.

NARRATIVAÈ l’anno della narrazione, non c’è dubbio e il titolo più gettonato è L’amore bugiardo (Rizzoli) di Gillian Flynn, complice l’imminente uscita in Italia dell’omonimo film con Ben Affleck che riflette sulle relazioni di coppia e il valore della verità e della menzogna. Questo 2014 è anche l’anno della consacrazione di Elena Ferrante: Storia della bambina perduta (e/o) è l’ultimo capitolo della sagra ambientata a Napoli che ha appassionato migliaia di lettori (compreso i critici Usa) e tenuto in piedi la piccola casa editrice romana. È tornato anche Ian McEwan e la sua Ballata di Adam Henry (Einaudi), storia di una giudice sessantenne in crisi coniugale che deve decidere la trasfusione obbligatoria per salvare la vita a un giovane testimone di Geova, s’insinua sotto pelle, con quella scrittura che lavora di cesello. Per gli appassionati di thriller Donato Carrisi non delude mai: Il cacciatore del buio (Longanesi) è ottimamente orchestrato. Raffinata la costruzione della storia anche dell’ultimo Grisham (I segreti di Grey Mountain, Mondadori) che con Wilbur Smith (suo Il dio del deserto, Longanesi) continua a dominare le classifiche. Chi ama il giallo e preferisce la prosa impreziosita di dialetto siciliano, può leggere l’ultimo lavoro dell’instancabile Andrea Camilleri e del commissario Montalbano, edito da Sellerio. Per rimanere agli autori nostrani, meritano i lavori di Francesco Piccolo (Il desiderio di essere come tutti , Einaudi e Premio Strega) e soprattutto di Alessandro D’Avenia, professione docente di liceo. ln Ciò che inferno non è (Mondadori) la storia di un giovane palermitano si intreccia con quella di don Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia: un romanzo intenso e dolente.

PER PALATI FINILe strenne natalizie non devono per forza essere “mainstream”: una lettura controcorrente e di grande pregio è l’autobiografia romanzata della nigeriana Chimamanda N. Adichie, intellettuale scappata negli Stati Uniti e poi rientrata nel suo Paese. Il suo Americanah (Einaudi) è una riflessione originale sul senso di straniamento e di ricerca di identità. Ci sono poi due grandi classici che meritano di essere riletti perché quest’anno sono usciti con due strepitose traduzioni nuove di zecca: Matteo Colombo per Einaudi ha messo mano al Giovane Holden di Salinger, svecchiandone alcuni termini, con un ottimo risultato così come ha fatto Anna Nadotti con Gita al faro (Rizzoli) di Virginia Woolf. E sempre a proposto di nuove edizioni, da pochi giorni è di nuovo disponibile in edizione Oscar Mondadori la raccolta Tutte le poesie di Franco Fortini, grande poeta del Novecento un po’ troppo dimenticato. Sul fronte poetico, nel decennale della scomparsa, Einaudi ripubblica anche tutte le poesie di Giovanni Raboni.

SAGGISTICATutti lo citano ma qualcuno avrà letto le sue quasi mille pagine? Il capitale del XXI secolo (Bompiani) di Thomas Piketty sulle disuguaglianze economiche è il saggio dell’anno. Mentre Piergiorgio Odifreddi discetta di numeri (Il museo dei numeri, Rizzoli) e Alberto Angela svetta in classifica con I tre giorni di Pompei» (Rizzoli), il saggio da leggere per capire il presente è Generazione App (Feltrinelli) di Howard Gardner e Katie Davis.

BAMBINI E RAGAZZISe avete un nipote teenager apprezzerà «Dimentica il mio nome», il fumetto cult del momento edito da Bao Publishing e firmato Zerocalcare. Tra i romanzi young-adult, finita la sbornia dei vampiri, spicca per originalità la saga di magia di Maggie Stiefvater (Ladri di sogni, Rizzoli) mentre per i più piccini si può scegliere tra Il ghiribizzo di Bruno Tognolini e Giulia Orecchia, divertente libero sullo “sciopero dei bambini” edito da Motta junior e un bel volume di Orecchio acerbo Lindbergh. L’avventurosa storia del topo che sorvolò l’oceano di Torben Kuhlmann.

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