Da Enea a Garibaldi, è un Paese di “stranieri”

Piccolo e agile, questo saggio di Maurizio Bettini e Alessandro Barbero analizza il forgiarsi della parola straniero dai tempi dell’antica Roma sino all’Italia contemporanea. Dal caso di Ovidio, esiliato da Roma e quindi uno straniero per eccellenza, drammaticamente consapevole della sua condizione di ramengo giocoforza, da Enea mitico fondatore di Roma, sino alle declinazioni antropologiche del bilinguismo: a quello del “francese” Giuseppe Garibaldi, utilizzato quale punto di partenza per illuminare, e quelli di altri grandi del passato da Boccaccio, Tasso e Manzoni, l’area di significati che l’idea di straniero ha assunto nella storia e nella cultura del Belpaese. Una figura, quello dell’estraneo, che si è rivelata quasi indispensabile nella costruzione della stessa identità nazionale.

M. BETTINI E A. BARBERO, Straniero, EncycloMedia, Milano 2012, pp. 94, 9.50 euro

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