«Una Coca-Cola è una Coca-Cola, e nessuna somma di denaro può farti avere una Coca-Cola migliore di quella che sta bevendo il vagabondo all’angolo» diceva Andy Warhol. Centoventicinque anni fa il farmacista americano John Stith Pemberton, di Atlanta, inventò la famosa bibita: in un libro-shock, ora uscito in Italia, il giornalista Michael Blending mostra, dati alla mano, i lati oscuri del successo della bevanda globale, nata come medicinale generico contro il mal di testa promosso da sedicenti agenti di commercio per le strade di Paese. Tra le “chicche”, i dubbi legami tra il colosso di Atlanta e i guerriglieri colombiani, lo sfruttamento delle risorse idriche in India e la lotta per ottenere l’esclusiva per la distribuzione di bibite nelle macchinette scolastiche in America, solo di recente abrogata in alcuni Stati.
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M. BLENDING, Coca-Cola, gusto unico e amare verità, Egea, Milano 2011, pp. 360, 25 euro
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