Cinismo d’altri tempi e humor britannico

Tra i più apprezzati scrittori inglesi tra le due guerre mondiali, William Somerset Maugham ha lasciato una serie di pregevolissimi romanzi, ma senza alcun dubbio il genere in cui arrivò a toccare la perfezione fu il racconto breve. Gran cantore della decadenza dell’upper class britannica, testimone degli ultimi fasti di un impero al tramonto, fustigatore dei costumi e delle grandi ipocrisie del suo tempo, Maugham con questi racconti, legati da un sottile filo conduttore (quello del cinismo estremo), ci riporta indietro nel tempo ai ruggenti, sfrenati, anni Venti in cui il mondo cercava di lasciarsi faticosamente alle spalle le tragedie della guerra. Testimone disincantato di tutto quello che succede attorno a lui, con la sua penna tagliente, sovente più affilata di un rasoio, Maugham ci prende per mano e ci illustra una serie di vicende e di personaggi al limite dell’inverosimile. Dai cacciatori di dote, impersonati dal protagonista di La pelle del leone, in grado di costruirsi un passato inesistente, alle tragedie di un matrimonio perbene rivisitato nelle pagine di La coppia felice, all’inconsolabile vedova di un funzionario dell’impero dal passato non troppo limpido tratteggiata in Prima della festa, sino ad arrivare alle tre incredibili donne grasse di Antibes, Le tre donne grasse di Antibes per l’appunto, accomunate dallo sforzo estremo di dimagrire e dal comune peccato di gola. Una galleria di peccati e di peccatori che Maugham sa dipingere alla perfezione con un cinismo sottile, d’altri tempi, che sovente riesce a strapparci un sorriso carico di dubbi.

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W. SOMERSET MAUGHAM, Storie ciniche, Adelphi editore, Milano 2012, pp. 221, 18 euro

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