Caroline Vermalle e le piccole cose che fanno felici

«È iniziato tutto nel giardino di Monet a Giverny. Lo ricordo come se fosse ieri. Era il dicembre del 1979. Da più di trent’anni, ogni sera mi domando come sarebbe stata la mia vita se non fossi entrato in quel giardino». Una caccia al tesoro, un viaggio attraverso l’arte, i paesaggi innevati del Nord della Francia, tra i luoghi ritratti dagli impressionisti. «La felicità delle piccole cose», Caroline Vermalle scrive un romanzo poetico e delicato, che scorre via leggero in un pomeriggio. La neve cade dolcemente sulla città, ammantando di bianco la Tour Eiffel, Notre-Dame e il Panthéon, come in una cartolina. Un uomo passeggia lungo la Senna diretto verso casa, un elegante palazzo sull’Ile Saint-Louis. È Frédéric Solis, avvocato di successo con la passione per i quadri impressionisti. Affascinante, ricco e talentuoso, Frédéric sembra avere tutto quello che si può desiderare dalla vita. Gli manca una famiglia, ma dopo essere stato abbandonato dal padre molti anni prima, quando aveva solo 7 anni, la notte di Natale, ha preferito circondarsi di oggetti lussuosi e belle donne piuttosto che mettere ancora in gioco il suo cuore ferito. Fino a quando, un giorno, nella cassetta della posta spunta la lettera di un notaio che lo invita a riscattare un’eredità. Un dono inaspettato, uno scherzo o una truffa? Pur non avendo idea di chi sia il suo benefattore, Frédéric si presenta all’appuntamento, dove viene informato che l’eredità consiste in una manciata di biglietti del treno e in un disegno che ha tutta l’aria di essere una mappa. Cosa nasconderanno quegli indizi? Intanto la fortuna gira. Dopo un paio di mosse sbagliate, Frédéric perde molti dei suoi clienti. Convinto di essere sulle tracce di un quadro dimenticato di Monet, Frédéric decide di tentare di decifrare la mappa. Grazie all’aiuto della giovane e stralunata assistente Pétronille, segretamente innamorata del suo datore di lavoro, inizia così la ‘caccià del giovane e affascinante professionista un viaggio appunto tra i luoghi prediletti dai suoi amati impressionisti: Éragny, Vétheuil, il giardino di Monet, con una tappa d’obbligo al Musée d’Orsay. Di incontro in incontro, di sorpresa in sorpresa, torneranno a galla ricordi che Frédéric credeva di aver dimenticato, e un tesoro ben più prezioso di qualsiasi ricchezza. Intorno a Frédéric e Pétronille si muovono personaggi poetici che contribuiscono a fare di questa libro “Une collection de trésors minuscule”, come recita il titolo originale. Il barbone poeta che non accetta elemosina l’allegro gruppo di degenti che popolano l’ospedale dove arriva per prima Petronille sono solo alcune di queste figure. È la prima volta che un romanzo di Caroline Vermalle viene tradotto in Italia. Vermalle (Piccardia, 1973) è figlia di un pilota di caccia e di una bibliofila. Appassionata di viaggi, cinema e avventura, ha studiato scienze cinematografiche e ha prodotto documentari per la Bbc a Londra. Nel 2007 è tornata in Francia per dedicarsi interamente alla scrittura. È autrice di cinque romanzi, tradotti con successo in Germania e in Spagna.La felicità delle piccole cose partecipa anche a una simpatica iniziativa, dove i lettori sono invitati a condividere con una foto e un commento cosa li rende felici, cosa riesce anche se nel piccolo a trasmettere una sensazione che fa bene al cuore.

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Caroline Vermalle, La felicità delle piccole cose, Feltrinelli, Milano 2014, pp. 224, 15 euro

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