Bolaño: esce postuma la sua ultima indagine

Come in un vero noir che si rispetti, il romanzo - inedito - di Bolaño salta fuori dalle cartellette e dal computer alla morte dello scrittore nel 2003. Un regalo inaspettato perché I dispiaceri del vero poliziotto è un’opera vera, perfettamente in linea con la visionarietà di Bolaño. I dispiaceri del vero poliziotto è stato concepito alla fine degli anni ’80 e Bolaño ha continuato a lavorarci fino alla morte, ma sarebbe sbagliato pensarlo come il testamento letterario dello scrittore. In realtà, l’opera è assolutamente in linea con lo stile consueto al quale Bolaño ha abituato i suoi lettori. A parte forse il titolo che, come spiega nel prologo Juan Antonio Masoliver Rodenas, «é lungo, descrittivo, senza il ritmo..., senza stranezze né la minima provocazione. Tuttavia contiene un indizio...». Lo stesso Bolano ha anticipato, parlando del romanzo, che «il poliziotto è il lettore, che cerca invano di mettere ordine in questo dannato romanzo». E così, come ogni reale “piedipiatti”, anche il lettore, pagina dopo pagina, si imbatte a ogni passo ad affrontare solo piste false in un continuo ritrovarsi al punto di partenza. Si parte con il professor Amalfitano approdato in Messico dopo essere stato espulso dall’Università di Barcellona per omosessualità; si passerà poi a conoscere il suo amante, un falsario di dipinti di Larry Rivers; si ritroverà la bella Rosa Amalfitano della quale sembra innamorato il poliziotto Pedro Negrete, incaricato di indagare sul professore. Nel mezzo una serie di digressioni letterarie, classifiche, biografie, sogni rivelatori: la consueta, scintillante, trama di Bolaño.

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