Amore e solitudine ai tempi di Facebook

Paola Mastrocola non delude mai. La scrittrice-insegnante, già Premio Campiello nel 2004 con Una barca nel bosco e autrice del discusso Saggio sulla libertà di non studiare, ha appena dato alle stampe un libello che si legge di corsa, e col sorriso. Innanzitutto per quel suo periodare, raffinato e quasi epico, così raro nella narrativa contemporanea. Mastrocola racconta la storia di Evandra che vive con il marito in un piccolo borgo del Centro Italia. Un giorno il marito Aurelio muore, e poiché la figlia studia a Roma Evandra si ritrova sola. Passa tutto il tempo al cimitero, tranne quando piove. Tutto cambia quando, complice un’amica e un provetto assistente, scopre e si iscrive a Facebook. Ebrezza, libertà, possibilità di nuovi contatti, desiderio di conoscere tutte le persone che le chiedono l’amicizia, voglia di cliccare un “mi piace” ogni minuto: Evandra, la semplice Evandra moglie di un tipografo di provincia, è vittima di una vertigine. Meglio: di un’ossessione. Conoscerà (e ne rimarrà delusa) nuovi amici e nuove amiche, avrà persino un innamorato (di cui non capirà mai l’identità), ma inevitabilmente perderà contatto con la realtà. Fino al tragico finale. Eppure ha un tono lieve, questa favola moderna di Paola Mastrocola: un romanzo breve ma intenso che descrive meglio di tanti trattati di sociologia l’uso di Facebook e il suo impatto sulla vita reale. Amore, solitudine, famiglia, amicizia, rimpianto: c’è tutto, condensato in poche pagine. Compreso un affresco sull’Italia di provincia, punteggiata di anime semplici, spartane e solitarie, eppure ricche nella loro vita interiore (e non virtuale).

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PAOLA MASTROCOLA, Facebook in the rain, Guanda, Parma 2012, pp. 126, 10 euro

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