Alla riscoperta di sé nella Lucania che fu

La Lucania di Giuseppe Colangelo è una terra primitiva di creta screziata dal sole e tinta di rosso per le violenze intestine, terribili e misteriose, di cui è impregnata. Una terra intrisa anche di odori e sapori forti, come quelli dei suoi piatti tipici che in una sinestesia di sensi riaffilano la lama dei ricordi nella testa e nel cuore di Francesco Tancredi. Il maresciallo in pensione, di ritorno al paese dopo mezzo secolo per partecipare ai funerali del fratello, quei ricordi li credeva sepolti sotto la sabbia del tempo e invece se li vede srotolare davanti agli occhi, innescati da profumi, luoghi, volti. È un libro che si legge anche con il palato, l’olfatto e l’udito – il suono del dialetto - questo secondo romanzo di Colangelo, giornalista cui si deve una guida ai tesori e ai sapori del Materano. La provincia dove si trova per l’appunto Stigliano, il “set” in cui si svolge la storia del breve e doloroso riappropriarsi del passato da parte dell’anziano carabiniere nella Basilicata degli anni ’60, svuotata dall’emigrazione e incapace di sostenere i ritmi del miracolo economico.

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Giuseppe Colangelo, Creta rossa, La Vita Felice Editore, Milano 2014, pp. 214, 14 euro

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