«Suscita sconcerto l’accanimento contro gli studenti»

Da Casale una lettera dopo le decisioni sulla scuola a distanza

Gentile direttore,

vorrei parteciparle queste osservazioni, che vengono spontanee a una povera nonna dopo aver appreso delle decisioni di Regione Lombardia circa lo svolgimento delle lezioni nelle scuole superiori della nostra terra, preoccupata di come le Istituzioni si pongono davanti a un problema che riguarda innanzitutto i giovani: gli abbiamo rovinato l’ambiente, ora gli amputiamo la vita?

Suscita sconcerto, infatti, l’ “accanimento” contro i giovani studenti che nelle scuole superiori si stanno formando per diventare protagonisti della propria vita e della società. Per Essi chi Governa e Amministra dovrebbe spendere tutte le proprie energie (competenze, creatività, progettazione, risorse), dovrebbe (senza esitazione) risolvere qualunque problema per permettere loro di andare (dico, andare) a scuola (trasporti idonei) a seguire le lezioni (vedi edilizia) nel modo più completo.

Non è a scuola che i ragazzi si infettano (e lo sappiamo tutti) ma là dove ci sono raduni e assembramenti, non necessariamente di giovani, incontrollati o incontrollabili.

E poi, perché gli studenti (giovani, adolescenti, ragazzi) si vogliono far passare quasi come gli untori di manzoniana memoria, fantasmi, creati dalle istituzioni seicentesche auliche e incapaci? Perché scaricare il peso su ragazzi, adolescenti e giovani? Essi sono il futuro, essi vanno amati, per essi si supera ogni difficoltà. Guai a chi vuole ridurli a degli alieni, confinandoli nella solitudine ambientale, arredata di strumenti preziosi, ma che trasmettono solo e soltanto immagini e suoni, quasi fossero bimbi che si tengono immobili davanti al cartone animato in attesa del pranzo.

Questo sistema può essere funzionale solo a quanti non si adoperano per un futuro costruito da gente umana, preparata, che conosce l’impegno per la vita, esercitato quotidianamente là dove ogni difficoltà viene superata in una prospettiva.

È bene dunque adoperarsi, perché i nostri giovani lombardi possano vivere appieno ciò che è positivo per la propria crescita. Si darebbe così un sostegno morale e materiale anche a tanti genitori preoccupati per il futuro dei propri figli.

Nonna Ornella

Casalpusterlengo

Signora Ornella, condivido. L’ho scritto in prima pagina sabato 17 e l’ho ripetuto sabato 25: non è possibile che siano i nostri ragazzi a pagare gli errori degli adulti, che in otto mesi non sono stati in grado di preparare a dovere la ripartenza della scuola e soprattutto il prevedibile aumento dell’utenza sui mezzi pubblici. Comprendo i timori della Regione alla luce dei dati del contagio, ma la scuola - in presenza - va messa in cima alle priorità, perché dalla scuola passa il futuro del nostro Paese.

Lorenzo Rinaldi

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