Sono trascorsi 48 anni dalla strage di piazza Fontana

La testimonianza del nipote di una vittima

Sono Matteo Dendena, nipote di Pietro Dendena, una delle vittime della strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 ed unica vittima lodigiana di questo doloroso episodio della storia del nostro Paese.

In occasione del 48° anniversario della strage di Piazza Fontana, vorrei condividere una riflessione relativamente all’impegno civile che portiamo avanti per non dimenticare quanto accaduto alla Banca Nazionale dell’Agricoltura quel venerdì pomeriggio del 1969, anche alla luce del contesto sociale in cui viviamo oggi.

Oggi esiste una verità storica sulla strage e sul periodo stragista della strategia della tensione; verità che deve essere divulgata e conosciuta per giungere finalmente ad una conoscenza e ad una memoria condivisa sulla storia del nostro Paese, che sia limpida, trasparente ed immune dal contagio ideologico di chi vuole ancora oggi, a più di quattro decenni di distanza, falsare la nostra storia non permettendo che questa venga letta senza spirito di parte e con assunzione delle relative responsabilità politiche e sociali. La memoria storica rappresenta un muro simbolico ed imponente ed ogni occasione di confronto e riflessione deve contribuire a renderlo invalicabile nel suo significato più profondo, ovvero permettere alle nuove generazioni di essere i protagonisti di un nuovo tessuto civile e democratico, rispettoso del ricordo e propositivo nell’impegno civile a tutela delle Istituzioni democratiche.

È oggi dovere morale di tutti noi interessarci alla storia del nostro Paese, continuare a ricordare, a riflettere, a promuovere occasioni di confronto civile e costruttivo, perché i principi di libertà, verità, legalità, giustizia e trasparenza, espressione di una forma politica-istituzionale democratico-repubblicana e pilastri fondanti e spina dorsale di una Carta Costituzionale limpida e moralmente integerrima, rappresentino il muro della memoria e della democrazia contro chi oggi vuole reiterare ideologie ed intimidazioni di stampo ed ispirazione neo-fascista.

Molto spesso interveniamo ad incontri nelle scuole e nelle università portando le nostre testimonianze di famigliari diretti delle vittime della strage e di giovani destinatari del passaggio del testimone della memoria. È qui che dobbiamo essere presenti, come Istituzioni politiche e scolastiche, società civile e cittadini, perché la conoscenza della nostra storia e la cultura condivisa costituiscano l’antidoto contro il pericolo che la minaccia neo-fascista si ripresenti in maniera strutturata e rafforzata.

E su questa strada proseguiremo.

Ringrazio il quotidiano “Il Cittadino” per lo spazio dedicatomi.

Matteo Dendena

vicepresidente Associazione “Piazza Fontana”

vicesindaco di Crespiatica

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