«Sei giorni in Pronto soccorso a 88 anni:
chi ha autorizzato tutta questa trafila?»

La denuncia di Pierangelo e Renata Medri

Sabato 3 Dicembre scorso, nostra zia, una signora di 88 anni, da cinque anni ospite presso la RSA Fondazione Opere Pie di Codogno, gravemente inferma, da qualche mese allettata e non autosufficiente, è stata portata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Codogno a seguito del peggioramento delle sue condizioni cliniche ed alla insorgenza di polmonite (non covid).

La signora è stata trattenuta nelle corsie del Pronto Soccorso per ben sei giorni, su una barella, poiché a detta dei sanitari addetti risultava impossibile il trasferimento della paziente in un qualsiasi reparto di terapia per le cure adeguate in considerazione del fatto che, nel frattempo, la zia era risultata positiva a Covid-19.

Spieghiamo meglio quanto ci è stato detto dal personale sanitario del Pronto Soccorso di Codogno: “non possiamo trasferire la zia ad un reparto terapeutico ordinario perché la paziente è positiva a Covid -19, e i reparti riservati a tale patologia, esistenti esclusivamente presso le strutture ospedaliere di Lodi e Sant’Angelo, non hanno posti liberi”.

Venerdì 9 Dicembre , dopo sei giorni dal ricovero in Pronto Soccorso, la zia è stata rinviata alla RSA di provenienza, ancora positiva a Covid e,a detta del medico responsabile della RSA, con gravi sintomi di polmonite in corso.

Sarebbe utile in primis sapere chi abbia autorizzato l’accettazione in RSA di una paziente affetta da Covid con rischio di infettare altri ospiti ed operatori della struttura.

Riteniamo che non ci siano parole per giudicare una situazione di questo genere.

Ci sono però alcune domande a cui i responsabili della sanità pubblica Lodigiana e Regionale dovrebbero dare una risposta:

•Chi ha autorizzato la dimissione dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di Codogno di una paziente ancora affetta da una sintomatologia presente al momento del ricorso al Pronto Soccorso stesso oltre che positiva a Virus Covid-19 ?

•Quanti sono i posti letto riservati a pazienti affetti da patologie varie e positivi aCovid in strutture ospedaliere del Lodigiano e con quale criterio vengono utilizzati ?

•Ma è mai possibile che tra un mese il Covid-19 compia Tre Anni , e che da questa pandemia/tregedia i responsabili della nostra sanità pubblica non abbiano tratto alcun insegnamento e continuino a gestire il bisogno di salute della gente normale come un affare ?

•Dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sull’incidenza del Covid sul sistema sanitario, risulta che la Lombardia non è a rischio per il tasso di occupazione dei posti letto in ospedale. Non è che questo risultato venga ottenuto per il fatto che le persone affette da Covid non vengono più ricoverate in ospedale?

Speriamo che qualcuno ci fornisca queste risposte.

Pierangelo Medri

Renata Medri

Castelgerundo

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