«Scuola dell’infanzia negata ai bambini: la storia non ci ha insegnato nulla...»

Pierluigi Cappelletti sul caso di San Martino

Gentile direttore,

sul problema emerso a San Martino in Strada riguardo al numero dei bimbi frequentanti l’asilo, vorrei intervenire con un contributo storico.

Quando nel 1994 scrissi il libro “Da Horreum a Orio Litta” per tracciare il cammino storico della mia comunità, sfogliai nella Biblioteca Civica di Codogno diversi numeri de “Il Po. Gazzetta di Codogno e Mandamenti limitrofi”, un giornale monarchico, liberale e moderato. Ho conservato alcune fotocopie di articoli che trattavano della scuola, essendo allora un insegnante. Oggi ritrovo in una copia del giorno 11 marzo 1893 un articolo di fondo a firma G.S.C. (Gian Stefano Cremaschi, insegnante, scrittore e storico di Ospedaletto Lodigiano). Lo riporto all’attenzione dei lettori dopo 130 anni, come contributo al problema ben riassunto e affrontato da Osvaldo Folli nella sua di lunedì 13 marzo 2023.

«Le Amministrazioni che secondo il bisogno anche con sacrifici aumentano il numero delle scuole e si danno cura di allevare della buona gente educata ed istruita, mostrano avvedutezza, sano criterio e di amare i loro amministrati rendendosi benemeriti della società. (…) Crescere al bene la nuova generazione è un dovere di ogni patriota ed onesto cittadino. La civiltà di un paese si misura dal numero delle scuole e dalla spesa che un Comune sostiene per l’istruzione. Le spese per l’istruzione popolare non debbono rincrescere a nessuno perché educando le classi povere oltre a fare i propri interessi si fanno anche quelli della famiglia, del paese, della nazione». San Martino in Strada 130 anni fa contava 2.596 abitanti ed aveva tre scuole.

Qui si parlava per lo più di scuole elementari, 130 anni dopo a San Martino il problema è l’asilo, ma la sostanza non cambia affatto. Quanto scritto dal Cremaschi è del tutto condivisibile e ancor di più oggi, come ha ben sottolineato Osvaldo Folli. Vorranno i nostri carissimi ( in tutti i sensi…) parlamentari regionali e nazionali impegnarsi a mettere in pratica quella “buona scuola” tanto strombazzata cominciando a dotarla del necessario personale?

Pierluigi Cappelletti, docente da poco in pensione

Orio Litta

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