SANT’ANGELO «Tanti problemi, ma la domenica di festa mi ha dato speranza»

Una riflessione su vitalità della città e sicurezza

Andare o non andare. Domenica 14 maggio, giorno della fiera santangiolina dedicata alla mamma, il tempo non era dei migliori, ma alla fine ha retto: la pioggia non è arrivata. Ed ecco la decisione: andiamo, non possiamo perdere l’appuntamento in cui la nostra Sant’Angelo si anima: di gente, eventi, colori, musiche. In cui il castello è aperto, si può stazionare nel giardino in cui mi piace immaginare passeggiasse Beatrice Regina della Scala, la gente si saluta, sorride, chiacchiera e si ode un solo accento: quello del dialetto barasino. Un sogno?

No: semplicemente sto descrivendo la Sant’Angelo che ho vissuto alcuni giorni fa e che tanto distante mi è parsa da quella che oggigiorno viene descritte, ossia una città brutta, sporca, piatta d’eventi, in cui la criminalità la fa da padrone. Falsa quest’ultima descrizione? No: perché a Sant’Angelo i problemi sono tanti. È innegabile il degrado, ancor più visibile per chi vive da anni fuori come il sottoscritto e che ritorna due volte la settimana e a cui piange il cuore vederla così. Ma la domenica della fiera ero felice: non tanto per il contingente dato dalla festa, ma per la speranza che mi è salita forte forte al cuore e alla mente: la speranza che Sant’Angelo ha ancora le forze per risollevarsi e che queste non nascono essenzialmente da chi compone la giunta, ma dai santangiolini, uomini e donne di mondo che hanno fatto della propria capacità di lottare il tratto dominante . Ecco, mi piace immaginare che il futuro santangiolino sia ricco di nuove sfide, lanciate dal basso (la gente comune), raccolte e fatte proprie da chi sarà chiamato ad amministrare fra un anno (il prossimo sindaco), per rilanciare la cittadina. Il rilancio deve nascere dal basso, perché non basta lamentarsi: bisogna proporre soluzioni e occupare gli spazi. Un esempio: troppo facile dire che a Sant’Angelo gli stranieri sono tanti e sono ovunque. Ma i santangiolini che fanno? Vivono il paese? Gli stranieri (e ciò non avviene da oggi) occupano gli spazi che gli italiani lasciano liberi. Troppo facile lamentarsi e adottare politiche demagogiche che hanno portato alla situazione attuale; situazione che fa male. Da dove partire? Proprio dalla fiera di maggio, dall’organizzazione di eventi che rendano Sant’Angelo attrattiva per chi abita nei paesi limitrofi, dall’occupare gli spazi della convivenza. Le risorse ci sono: c’è una squadra che milita in serie D, ci sono agenzie educative di primissimo livello (gli oratori, le associazioni, i corpi intermedi in generale), le attività commerciali, la gente, un castello tra i più belli e ricchi della regione, una basilica imponete e ricca di opere d’arte (i santagiolini le conoscono?), il percorso turistico-religioso sulla figura attualissima di Madre Cabrini (conosciamo veramente la sua storia e la sua modalità di integrare i migranti?). Manca solo la volontà. Il mio augurio è che chi sarà chiamato fra un anno ad amministrare Sant’Angelo, oltre a promettere, sia in grado di attuare un progetto che sia base di rilancio.

Fa male vedere Sant’Angelo come è ridotta oggi.

Emanuele Maestri - Sant’Angelo Lodigiano

Caro Maestri, Sant’Angelo resta fortunatamente una città piena di vitalità e ricchissima di risorse e lo dico con cognizione di causa. Permangono tuttavia gravi problemi di sicurezza e anche in questo caso non temo smentita: furti (gli ultimi nel parcheggio del cimitero), vandalismi (gli ultimi ai danni di edifici sacri), spaccio di droga (la situazione alle case Gescal è stata ampiamente denunciata). Chi lo nega non dice la verità e non fa l’interesse dei cittadini per bene: basta parlare con i santangiolini per averne contezza. Un potenziamento del numero dei carabinieri credo sia necessario. Così come sono necessari più controlli, notte e giorno. Ed è urgente intervenire sulle aree di degrado perché, come insegna la Teoria delle finestre rotte a cui lavorarono Philip Zimbardo, James Wilson e George Kelling, degrado richiama degrado, sciatteria richiama sciatteria, illegalità richiama illegalità.

Lorenzo Rinaldi

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