SANTA CHIARA «Buco di 1,2 milioni, la presidente ci sarà in commissione Welfare?»

La lettera di Luciano Bellocchio

E così il 27 luglio si riunirà la commissione Welfare del Comune di Lodi e si discuterà del bilancio di Santa Chiara, presentato fuori tempo, del 2022.

Il giorno prima si riunirà invece il Consiglio comunale che non tratterà lo spinoso problema di cui sopra.

Una domanda sorge spontanea: in questa occasione la presidente sarà nelle condizioni fisiche di presenziare oppure una nuova patologia particolarmente invalidante le impedirà di rendicontare come nella precedente Commissione quando il nefasto incarico di fare da parafulmini fu affidato alla dottoressa Bonali da poco direttore generale della Fondazione? E se la stessa, o altra patologia, anche questa volta fossero un impedimento anche per un collegamento da remoto come nella precedente occasione?

Certo, presentare un bilancio con un buco di 1.250.000 (unmilioneduecentocinquantamila) euro deve essere un pochetto imbarazzante soprattutto ora che risulta assai difficile e assai poco credibile addebitare la colpa alla pandemia, ma nel contesto un aspetto positivo lo abbiamo: i primi 6 mesi del 2023 presentano una positività, ma non certo dovuta alle capacità manageriali e/o gestionali di una presidenza del tutto incompetente e incapace e di cui non possiamo certo tessere le lodi come Organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa in quanto ad adesioni.

Nonostante lo Statuto preveda la presenza di un vice-presidente, lo stesso statuto è stato sistematicamente violato per oltre 3 anni e solo negli ultimi 2 mesi si è arrivati alla nomina di una figura tanto importante per la Fondazione, in 21 mesi sono cambiati ben 3 (tre) Direttori Generali, nonostante non vi sia un obbligo giuridico la Fondazione è rimasta, e non so se ora sia stata aggiornata la cosa, senza Mod. 231 relativo all’anticorruzione, in un momento in cui il 73% dei mutui, fonte ABI, vengono erogati a tasso fisso la nostra presidente accende un mutuo di 4.600.000 (quattromilioniseicentomila) a tasso variabile nonostante gli annunci della BCE di un rialzo dei tassi ma tant’è, qualcuno poi ne pagherà le conseguenze e come sempre saranno gli anziani e le loro famiglie e i lavoratori e che dire poi dei servizi erogati in questa fase dove in reparti con 43 ospiti venivano consegnati neppure 20 lenzuola, qualche federa e un paio di salviette mentre nei nuclei con 20 residenti la fornitura era di qualche lenzuolo e qualche federa?

Forse bisogna rimediare al buco di bilancio risparmiando sui costi della lavanderia ma stranamente non si rinuncia a consulenze che certo hanno un costo assai di gran lunga superiore a qualche lenzuolo in lavanderia. Certo, magari rinunciare a uno stipendio pari a quello di un operatore che lavora 36 ore in reparto sarebbe un piccolo passo, simbolico certo, ma utile alla Fondazione e al suo futuro oppure erogare uno stipendio anche maggiore a persona competente e utile alla Fondazione potrebbe rivelarsi un ottimo investimento per uscire dal pantano in cui si trova.

Luciano Bellocchio

Coordinatore Regionale Diccap-CSE Settore Autonomie e Funzioni Locali

© RIPRODUZIONE RISERVATA