SAN COLOMBANO AL LAMBRO «L’inverno demografico
nel nostro territorio è siberiano»

La lettera di Mauro Steffenini

Ringrazio il Direttore Lorenzo Rinaldi per l’articolo del 4 agosto scorso con il quale è stata esposta in modo corretto, esaustivo e chiaro la decisione del Consiglio di Indirizzo dell’ASP Valsasino di San Colombano al Lambro di proporre al Comune la cessione, in comodato d’uso gratuito per un minimo di 30 anni, dell’ampio complesso situato in pieno centro storico, da oltre un secolo sede dell’Asilo Rosalinda.

La decisione, seppur sofferta, è maturata nel tempo in considerazione ed in conseguenza delle scelte adottate dall’Istituto Comprensivo Scolastico Statale – condivise dalle Amministrazioni Comunali – finalizzate ad ampliare l’offerta educativa pubblica, nonché in relazione al drastico calo della natalità verificatosi nell’ultimo quinquennio, tutti elementi che fanno presagire, a breve, la fine dell’esperienza della Scuola Paritaria gestita dall’ASP Valsasino.

All’inverno demografico che non risparmia il nostro territorio e che nel borgo collinare è siberiano (dall’inizio del 2023 sono nati solo 18 bambini) si aggiunga la riflessione sull’elevata mortalità (che registra da oltre ventennio circa 100 morti all’anno). Così la popolazione è ferma dal 2013 a poco più di 7.300 residenti (da cui vanno sottratti 70 cittadini “residenti” nelle 2 strutture sanitarie - Istituto Fatebenefratelli e Casa di Riposo ASP Valsasino - presenti in loco). A compensare la differenza tra mortalità e natalità negli ultimi 3 anni si registrano nuovi arrivi da Paesi dell’UE di circa 30 unità l’anno e da Paesi extraeuropei nel 2020 di n. 82, n. 73 nel 2021 e n. 120 nel 2022.

È venuta l’ora di lanciare l’allarme affinché nel borgo banino si possa invertire la rotta del progressivo invecchiamento (gli ultra-settantenni sono circa 1.500), si possano studiare le vere cause che demotivano i giovani, in particolare le giovani coppie, a fermarsi (o insediarsi) nel Borgo, complice l’elevato costo delle abitazioni, la mancanza di collegamenti con le realtà vicine di Pavia e Piacenza, nonché un pendolarismo per lavoro verso Milano, raggiungibile con i soli mezzi pubblici degli autobus.

Dovrà essere questa la priorità assoluta per le Amministrazioni comunali che si avvicenderanno in futuro ad amministrare il Borgo, un tema da porre all’attenzione già nella prossima campagna elettorale, per elaborare strategie, idee, progettualità volte a ripopolare il centro storico, a rendere appetibile il paese e ringiovanire la popolazione.

La scelta di offrire al Comune in comodato d’uso gratuito il vasto immobile di proprietà dell’ASP, da adibire a servizi pubblici, va in questa direzione. Dopo la dipartita delle Suore di Maria Ausiliatrice nel 2007 (quando con solo 2 sezioni della Scuola materna statale si contavano oltre un centinaio di bambini frequentanti l’Asilo Rosalinda) e, quindi, la fine dell’esperienza di un Oratorio femminile abbinato all’Asilo, questa porzione di paese in pieno centro è andata via via spegnendosi. Si aggiunga la mancanza di risorse economiche dell’ASP Valsasino da destinare alla conservazione e/o riconversione dell’immobile (si pensi che l’ASP, ancorché Ente pubblico non economico, non ha accesso al PNRR a differenza delle municipalità e degli Enti ed Aziende del Servizio Sanitario regionale) la cui azione è concentrata prioritariamente all’assistenza sanitaria e socio-assistenziale.

La scelta “storica” di salvaguardare un tale patrimonio, derivante da lascito testamentario, va anche nella direzione di vivacizzare il centro del Borgo, rendendo fruibile alla collettività banina un luogo di aggregazione, incontro e socializzazione, oltre all’opportunità di poterlo destinare ad utilità pubblica come spazio per i giovani, biblioteca multidimensionale, sedi di associazioni, punto di ritrovo per anziani, o altri servizi di natura sociale. Si potrà così favorire ancora una volta quell’attrattività venuta meno negli ultimi vent’anni, perché questo complesso immobiliare, nel cuore del paese, segni ancora la storia della comunità banina per altri decenni, come lo fu in passato per intere generazioni.

Mauro Steffenini

Presidente ASP Valsasino

San Colombano al Lambro

Gent.le Steffenini, Lei parla di inverno demografico per San Colombano al Lambro, le cui conseguenze si iniziano a toccare con mano (la vicenda dell’asilo Rosalinda è esemplare). Direi però che possiamo allargare il nostro punto di osservazione all’area della Bassa Lodigiana, nella quale vi sono paesi di piccole dimensioni in fortissima sofferenza, con pochi nati e nei quali si è interrotto (o è quantomeno rallentato) anche l’afflusso di cittadini stranieri, che peraltro statisticamente fanno più figli degli italiani. Meno bambini significa meno abitanti oggi e soprattutto domani, perché per invertire il trend negativo non basta una sola generazione. Meno abitanti significa meno servizi oggi (negozi, bar, tabacchi, edicole, banche, scuole, medici) e ancor meno domani. La prospettiva è preoccupante - alcuni comuni rischiano di “morire” fra pochi anni - e basta parlare con i sindaci della Bassa per rendersene conto. Tempo fa avevo lanciato l’idea di copiare il modello di Bergamo, dove nelle valli che si stanno spopolando i sindaci hanno fatto coraggiosamente rete, aiutando con tanti servizi “messi in comune” ma anche economicamente le giovani famiglie con figli. È un’idea che rilancio con forza, perché a Bergamo sta dando frutti positivi e perché queste reti permettono di attrarre fondi e professionisti validi. Il progetto si chiama Comuni Amici della Famiglia: tra pochi mesi una cinquantina di comuni lodigiani vanno al voto, è l’occasione buona per incalzare i candidati sindaci e strappare loro l’impegno a occuparsi concretamente delle famiglie.

Lorenzo Rinaldi

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