Perché secondo il mio parere il fotovoltaico al suolo è positivo

Sbagliata anche la prevista riforma dei Carabinieri forestali

Ci sono leggi che contengono misure contrarie all’obiettivo dichiarato. È così che il “Decreto Agricoltura” avrebbe, secondo il ministro Francesco Lollobrigida, lo scopo dichiarato di aiutare “il mondo dell’agricoltura” e “rafforzare le filiere italiane e proteggere i nostri prodotti”, ma contiene il divieto di installare pannelli solari al suolo tra le coltivazioni o i pascoli e smantella il nucleo del Carabinieri Forestali, la più importante polizia ambientale a livello internazionale. I pannelli fotovoltaici al suolo, se fatti bene, permettono le coltivazioni di qualità, la frutta e verdura “bio” o con pochi pesticidi, e i prodotti destinati all’alimentazione umana che sono il vanto dell’agricoltura italiana. Favoriscono il pascolo e l’allevamento estensivo e il benessere animale.

Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, l’associazione delle imprese e dei proprietari di impianti fotovoltaici, ha dichiarato: “Noi abbiamo a che fare con le aziende agricole, dove troviamo tanto interesse per il solare. Anche loro non si capacitano che i loro rappresentanti remino contro”. Se il governo è davvero preoccupato per la perdita di terreni agricoli, come lo siamo noi ambientalisti e lo sono gli agricoltori, per fermarla si deve approvare in tempi brevi una norma contro il consumo di suolo, usando anche lo strumento del decreto legge, vista l’urgenza, favorendo la rigenerazione urbana e la semplificazione degli abbattimenti e delle ricostruzioni degli edifici esistenti, a partire da quelli nelle aree a rischio idrogeologico. Si dovrebbero aiutare gli agricoltori che vogliono aggiungere al reddito agricolo la produzione di energia elettrica pulita, diradando i pannelli solari in modo da permettere la crescita delle culture e il passaggio dei mezzi per la lavorazione e la raccolta.

Sarebbe sufficiente l’1% delle superficie nazionale, parte sulle coperture esistenti e parte al suolo tra le coltivazioni, per produrre a basso costo tutta l’energia elettrica rinnovabile da solare necessaria per liberarci dai combustibili fossili per sempre. Ad un terzo del costo del nucleare.

È sbagliato smantellare il Cufaa, il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri, spezzettandolo tra diversi ministeri, trasferendola in larga parte al ministero dell’Agricoltura e lasciando a quello dell’Ambiente la dipendenza del solo Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica. I due principali Comandi del Cufaa in termini di personale (Tutela forestale e parchi e Tutela della Biodiversità, con oltre 6.000 unità su 7.000 complessive), svolgono, infatti, attività strettamente collegate alle deleghe assegnate al ministero dell’Ambiente.

E i Nipaf (Nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale) presenti su tutto il territorio rappresentano, insieme ai Nuclei operativi ecologici, un presidio insostituibile nella prevenzione e repressione della criminalità ambientale e dell’ecomafia. Sicurezza per i cittadini è anche la certezza che qualcuno ci difende dall’inquinamento e vigila sull’ambiente.

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