«Ortopedia di Lodi e Codogno, siamo preoccupati: serve chiarezza sui reparti»

La lettera di Lodi Comune Solidale e Codogno Insieme 2.0

Egregio Direttore,

abbiamo deciso di condividere questa lettera perché è necessaria ed urgente un po’ di chiarezza per la situazione degli ospedali di Lodi e Codogno.

Al di là degli annunci e delle passerelle elettorali di questi giorni, siamo preoccupate della grave situazione che mina la tutela della salute dei nostri concittadini. In particolare ci preoccupa la condizione dell’assistenza ortopedica nel nostro territorio.

La cronaca del 14 gennaio u.s. ci racconta di un incidente in cui è incorso un cittadino di Codogno con conseguente frattura di una caviglia, portato all’ospedale di Cremona. A Cremona, per una caviglia!

Per un piccolo problema ortopedico non c’è risposta adeguata nel nostro territorio. Questo episodio la dice lunga rispetto ai recenti annunci fatti dal Direttore Generale, dottor Gioia, sulla riapertura del reparto di ortopedia e del suo collegamento con la chirurgia a Codogno.

La nostra preoccupazione deriva anche dal fatto che solo due anni fa i reparti di ortopedia dei nostri due principali ospedali, potessero contare su una equipe qualificata di professionisti ortopedici. Erano ben 11 (7 a Lodi e 4 a Codogno, con una primaria molto apprezzata e riconosciuta sul piano professionale e di gestione dei due reparti)

La situazione odierna invece è la seguente:

-a Codogno il reparto di ortopedia è chiuso da tempo

-a Lodi (secondo quanto annunciato e verificato attraverso le deliberazioni pubblicate) si cerca di tamponare la situazione con una:

•Convenzione ASST Ospedali Civili di Brescia, per le guardie mediche in ortopedia, dall’ ospedale di Gardone Valtrompia turno di 12 ore settimanali, fino al 31 marzo 2023.

•Convenzione con l’Ospedale Gaetano Pini per attività ambulatoriali (10 ore settimanali) e interventi chirurgici (78 ore mensili)

•Due giovani ortopedici ed uno specializzando, una volta che avrà ottenuto il nullaosta

•I 3 ortopedici attualmente in forza al reparto

Immaginiamo che una parte di queste figure professionali andranno a lavorare anche a Codogno, viste le affermazioni di riapertura del reparto.

Come ben si può vedere da subito, molta è la differenza tra la situazione precedente e il futuro che ci aspetta. A fronte di questa situazione, con molta preoccupazione, ci chiediamo: chi si occuperà della formazione sul campo dei giovani ortopedici? Come sarà garantita la continuità e la qualità del servizio a fronte di specialisti che provengono da territori differenti, che non conoscono i pazienti, con presenze a turni diversificati? Come interagiranno fra di loro? Come si coordineranno?

Ci chiediamo quale sia la convenienza economica di questa frammentazione di figure professionali, piuttosto che lavorare per una equipe stabile, di persone assunte a lungo termine e con prospettive professionali?

Scelte operate sempre in stato di emergenza, cercando di mettere toppe e di non affrontare nel merito anche le motivazioni della disaffezione del personale alle strutture del nostro territorio.

Quello che risulta come dato oggettivo è che i nostri cittadini con problematiche di tipo ortopedico (e non solo) devono spostarsi in altri territori per trovare risposte (Cremona, Milano, Piacenza, Crema).

Possiamo continuare a sperare che finalmente ci sia un pensiero, una strategia per il prossimo futuro, una visione e una politica sanitaria che non penalizzi il nostro territorio? Ce lo auguriamo, ovviamente, anche per altre specialità ospedaliere oggi in sofferenza.

Inoltre, se davvero l’ospedale di Codogno è un “porto sicuro” come ha dichiarato il Sindaco di Codogno, lo deve essere nei fatti, quotidianamente, garantendo i servizi degni di un ospedale. Diversamente da come avviene oggi, dove per ogni problema si deve essere portati a Lodi e il PS funge da reparto per mancanza di posti letto - commenta Rosanna Montani- Il personale rimasto deve essere supportato e non vessato, il clima di lavoro deve essere alleggerito anche da tante tensioni, ambire a lavorare nei nostri presidi deve trovare un contesto vivace e stimolante.

Gli investimenti milionari destinati al nostro ospedale, se non finalizzati ad una qualità di servizi e di personale, rischiano di essere sperperati, in inutili opere murarie e restilyng di facciata. Non ce lo possiamo permettere.

Lodi Comune Solidale

Codogno Insieme 2.0

Lodi

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