ORIO LITTA “Vogliono le logistiche ma poi spostano i tir sulle strade dei comuni di serie B»

La lettera di Pierluigi Cappelletti

Dicono sì alle logistiche e si sfregano le mani per le risorse in soldoni che queste portano nelle casse comunali. Quindi via a tutto tir! Poi si accorgono che alle logistiche arrivano e partono centinaia e centinaia di mezzi pesanti che passano in paese o molto vicini alle case e i cittadini protestano. Quindi gli stessi sindaci chiedono di realizzare bretelle stradali ma non basta, bloccano il transito sulle strade ai camion, quei camion che loro stessi hanno chiamato creando un centro logistico grande quanto lo stesso paese.

E via alle ordinanze di chiusura delle strade provinciali, perché le famiglie che vivono intorno alle logistiche sono stufe: di rumore, di traffico, di aria irrespirabile. E la Provincia li accontenta, spostando il carico di traffico su altre strade che attraversano altri paesi dove di logistiche non ce n’è nemmeno una. La Provincia “conta di abbattere di almeno 700 camion al giorno il traffico pesante sull’area di Borghetto–Massalengo” e accontentare quindi anche San Colombano. Abbatte il traffico qui per aumentare il traffico là. Così ecco Comuni di serie A e Comuni di serie B: i primi ricchi di risorse e di logistiche ma povere di traffico, i secondi poveri di risorse e di capannoni ma sempre più ricche di traffico.

“I mezzi pesanti dovranno spostarsi sulla 234 verso il casello di Ospedaletto”: così il tratto disastrato di 234 dall’incrocio delle due strade di San Colombano fino a Ospedaletto diventerà una interminabile colonna di mezzi che renderà problematico uscire ed entrare in Orio Litta, mentre a Ospedaletto la fila in attesa davanti ai passaggi a livello arriverà fino a Casale. Benedetto casello dell’A1 e maledetto treno: il primo continua a portare centinaia di migliaia di euro nelle casse comunali, il secondo blocca il traffico coi tre passaggi a livello in un chilometro di strada a Ospedaletto.

Nel 1866 fu inaugurata la ferrovia Pavia–Casalpusterlengo salutata come sinonimo di progresso e di aumentato commercio. In 157 anni i treni a vapore su cui salivo da bambino per andare a Pavia sono stati sostituiti dalle “Littorine” e oggi da moderni treni elettrici col simbolo del trasporto biciclette. Già, ma allora pochi avevano un’auto, si andava a lavorare salendo sulla corriera di “Forti” o sulla “SILA”, la Bassa Lodigiana era zeppa di campi verdi e stalle, non di capannoni pieni di merci Made in China.

Pierluigi Cappelletti

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