«Non si capisce il senso delle restrizioni ai familiari delle persone più fragili»

La lettera di Pino Carrera

Nel 1999, in occasione dell’anno internazionale dell’anziano, il Comune di Lodi e l’Azienda Sanitaria avevano avviato un percorso di collaborazione per definire strategie di intervento a tutela della popolazione anziana. Gli impegni presi e regolarmente sottoscritti erano stati raccolti nell’opuscolo “La mia terza età – Carta dei diritti dell’anziano e degli impegni del Comune di Lodi e dell’ASL della Provincia di Lodi”.

Alla pagina 16 di tale opuscolo è scritto che l’anziano ha diritto a mantenere legami solidi con i familiari ed amici anche durante il ricovero, ad avere possibilità di visite di parenti e amici senza restrizioni, a comunicare in qualsiasi momento con il mondo esterno e ad avere una vita affettiva piena e che l’ASL si impegna a favorire il rispetto delle esigenze di relazione dell’anziano con i familairi e gli amici, a garantire la presenza, senza limiti temporali, di un familiare o di un’altra figura di riferimento all’interno delle strutture sanitarie.

Con l’adozione delle dovute precauzioni per una pandemia ben lungi dall’essere finita, credo sia doveroso da parte della Direzione dell’ASST tenere fede all’impegno assunto consentendo la presenza full time di un familiare accanto all’anziano.

D’altra parte, se il governo ha (a mio avviso molto incautamente) riammesso in servizio i dipendenti no vax, non si capisce il senso di restrizioni imposte ai familiari delle persone più fragili.

Pino Carrera

Lodi

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