Lodigiano: «Nuovo piano cave e Ptcp, mi sembra la vittoria di Pirro»

Cresce sempre più la sensibilità ambientale e l’attenzione dei cittadini verso l’ecologia, che poi è solo un uso corretto e rispettoso dell’ambiente in cui viviamo. E in pochi giorni leggiamo di due importantissime decisioni provinciali: “Poli produttivi vicino ai caselli, ridotto il consumo di suolo” e “Stretta sulle estrazioni con il nuovo Piano Cave”. Due decisioni attese da 20 lunghi anni durante i quali si è fatto e strafatto di tutto con deroghe su deroghe. Purtroppo anche col nuovo piano il consumo di suolo non si ferma proprio.

Faccio fatica a capire l’ottimismo di chi ha chiuso in qualche modo la questione, quasi gloriandosene. Il burocratese è stato usato alla grande per cercare di addolcire la pillola amarissima da ingoiare: dopo aver dato il via libera a impianti logistici in Comuni lontani dai caselli autostradali, dopo aver permesso che gli stessi Comuni delle mega logistiche bloccassero le loro strade ai Tir che loro stessi hanno voluto, la Provincia ci dice: tranquilli, niente più Far West dei capannoni, da domani solo la fascia di campi agricoli lungo la A1 e nei pressi dei caselli potrà ottenere il via libera provinciale per le logistiche.

Agli onesti cittadini normali che vorrebbero passeggiare e vivere respirando aria un pochino più salubre e senza il rischio di venir travolti sono riservate le bricioline: 50 nuovi km di ciclabili lungo strade trafficate, 10 mila minuscoli alberelli, forse fra 10 anni almeno la metà di essi saranno cresciuti. Una vera presa in giro!

Piano Cave. Una “stretta” significa che è necessario andar piano. Ma la “Stretta sul piano cave” arriva dopo una autostrada libera lunga vent’anni in cui è stato lasciato spazio ai cavatori con proroghe su proroghe, tanto vero che il fabbisogno reale di allora non è mai stato quantificato nei dettagli dalla Provincia, se a oggi, come si legge, risulta un surplus di inerti di ben 10 milioni di metri cubi. Allora perché fu dato l’ok a continuare a scavare? In quegli anni di escavazioni a ruota libera i piccoli Comuni hanno dovuto sobbarcarsi l’onere dei controlli, delle cautele e pure dei contenziosi legali. È la stessa Provincia a confessare di aver dato per buoni dei fabbisogni sovrastimati fatti su previsioni vecchie. Bravi! Ma soprattutto mi pare che nel nuovo Piano Cave non ci sia un solo progetto di recupero: come mai? Esce il nuovo Piano e le poche cave le lasciano lì a dormire così come sono: forse in attesa di risveglio? Perché non una trasformazione ambientale adeguata che pure in questi casi viene richiesta? Pur recependo tutte le problematiche inerenti, mi viene da dire che c’è ben poco da festeggiare: nuovi poli logistici solo accanto ai caselli e nuovo piano cave sono una vittoria di Pirro. La fertile terra lodigiana sta scomparendo via via sempre più e la Provincia dopo vent’anni di sonno non ferma il trapasso.

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