LODI «Nuovi criteri al Maffeo per formare le classi, un passo indietro sulla strada dell’inclusione»

La lettera di Michela Galbiati (docente), Paola Babbini (docente e RSU), Maria Antonietta Buson (docente), Gabriele Meazza e Francesca Annunziata (studenti e rappresentanti di istituto)

Nell’ultimo collegio docenti del Liceo “Maffeo Vegio” di Lodi del 3 giugno è passato a maggioranza (49 favorevoli, 42 contrari, 11 astenuti) l’inserimento di un nuovo criterio per la formazione delle classi prime in aggiunta a quelli utilizzati sino ad ora. Tali criteri hanno l’obiettivo di garantire equilibrio ed eterogeneità all’interno delle classi e omogeneità tra le classi da tutti i punti di vista.

Il nuovo criterio introdotto al “Maffeo” - approvato anche dal Consiglio di Istituto il 4 luglio con 9 voti a favore e 4 contrari (3 rappresentanti degli studenti; 1 docente) - a partire già dal prossimo anno scolastico, stabilisce di concentrare la tradizionalmente esigua componente maschile dell’indirizzo di scienze umane, in due sezioni.

La ratio sarebbe, a detta dei proponenti, di andare incontro alle possibili/presunte/eventuali difficoltà della componente maschile dei “primini”. Insomma pochi maschi persi in mezzo a troppe femmine. Di fatto il sesso anagrafico viene utilizzato per realizzare il contrario dell’eterogeneità.

Riteniamo che tale proposta non possa che risultare concettualmente - seppur involontariamente - discriminatoria, anche in considerazione del fatto che questa scelta determinerà la costituzione di classi solo femminili.

Prima di rendere pubblico quanto deciso dai due organi collegiali del Maffeo, abbiamo provato a ritornare sull’argomento con il collegio dei docenti, invitando le colleghe e i colleghi a riflettere sul significato e sulla portata della questione, ma tale invito è caduto nel vuoto.

Ci pare davvero che questo nuovo criterio, oltre che inutile, sia un passo indietro sulla strada dell’inclusione e della democraticità.

Qualcuno ci accuserà di essere ideologici in nome di un presunto pragmatismo. Se per ideologia intendiamo etimologicamente una visione del mondo, anche del nostro piccolo mondo, ne rivendichiamo il valore e il senso profondo.

Del resto, come afferma Vera Gheno, di recente ospite di Lodi Arcobaleno, “l’intersessualità è una caratteristica che rende molto difficile individuare un confine netto tra maschile e femminile, il che mette in crisi l’idea tradizionale del sesso come semplice opposizione binaria. Non siamo solo maschi e femmine”. È sorprendente constatare che proprio in un liceo delle scienze umane, per natura e vocazione da sempre sensibile a queste tematiche, circa la metà dei docenti non abbia colto questi aspetti.

La scuola, come luogo di formazione prima ancora che di istruzione, ha come compito prioritario formare persone che si possano sentire a loro agio in un gruppo pur appartenendo a una “minoranza”. Evidentemente c’è ancora molta strada da fare.

Michela Galbiati (docente)

Paola Babbini (docente e RSU)

Maria Antonietta Buson (docente)

Gabriele Meazza e Francesca Annunziata (studenti e rappresentanti di istituto)

Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA