LODI La tecnologia sbagliata cancella posti di lavoro e annulla le relazioni

La riflessione di un “boomer” che non ha la puzza sotto il naso per l’elettronica che facilita la vita

Decisamente sono un boomer, e non solo perché sono nato negli anni del baby boom, ma anche perché, ed accetto il senso ironico del termine, sono ancorato a espressioni e modi di vivere non di rado superati dai tempi che corrono.

Tra questi, sicuramente l’approccio alla tecnologia, oggi pervasiva in tutti i campi. Non ho però la puzza sotto il naso nei confronti di tutti i marchingegni elettronici, anche perché sono convinto che in definitiva facilitino il vivere quotidiano.

Quello che mi dà fastidio in tutto questo, è quando l’uso della tecnologia allontana, se non addirittura annulla, le relazioni umane. Passeggiando in questi giorni per una cittadina ligure, ho notato nel bel mezzo di una gradevole piazzetta, un’edicola funzionante, ma tutta chiusa, senza giornali e ammennicoli vari esposti, ma anche senza giornalaio. Si potevano acquistare giornali e riviste, semplicemente scegliendo il prodotto tra una lista che appariva elettronicamente e schiacciando il pulsante, come un normale distributore di bevande.

A parte qualche difficoltà tecnica (questi tecnicismi non sono mai semplicissimi per me), ciò che mi ha più stupito è che si faceva a meno del venditore. E con questo, mi sono detto, è stato eliminato anche il giornalaio dall’edicola, un’icona della cortesia quotidiana.

Dico no alla tecnologia che allontana. Più che la riduzione dei posti di lavoro, aspetto comunque non trascurabile, mi fa specie il venir meno dei contatti umani, dello scambio di saluti, della battuta sul tempo, della richiesta di informazioni che normalmente si accompagna all’acquisto di un quotidiano.

E così mi è venuto in mente quell’aforisma, che all’inizio mi sembrava un gioco di parole un po’ contorto, che recita: “La tecnologia semplifica la vita che abbiamo complicato con tecnologie che avrebbero dovuto semplificarla”.

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