LODI «Il “plinto di Pisa” svetta in via Lodino dalla scorsa primavera»

La lettera di Marco Novello

Egregio direttore,

In questi giorni di Festival della Fotografia (sedicente) Etica, mi viene spesso da interrogarmi sull’arrogante tendenza di alcuni ad appropriarsi di attributi per natura universali (e che quindi dovrebbero essere trasversalmente accettati): c’è materia sufficiente a parlarne per anni, un buon punto di partenza può essere l’ottimo “Perché siamo antipatici?” di Luca Ricolfi.

Tornando alla fotografia, le sottopongo un mio modesto contributo: tecnicamente scarso, come le foto di testimonianza possono talvolta essere, ma, mi auguro, dal concreto valore etico, se all’etica associamo (come peraltro dovrebbe essere) anche lo spirito civico e la consapevolezza delle proprie responsabilità.

Alcune note di “esegesi” (me la tiro un po’):

1) in basso a sinistra: il “plinto di Pisa”, così dalla scorsa primavera, evidentemente il sindaco non è ancora passato da Via Lodino nelle sue frequenti escursioni ciclistiche. Per quanto tempo ancora ci allieterà con il suo precario (e pericoloso) equilibrio?

2) in centro a sinistra: “la macchina in sosta vietata a tempo indeterminato, ma con le quattro frecce, tipo foglia di fico”, una delle istituzioni della nostra città; pensavo fosse un’esclusiva di Via Lodino, ma noto che si sta progressivamente configurando come uno dei tratti distintivi dell’intera città.

3) in alto a destra: “l’apoteosi di certa sedicente etica”, proditoriamente affisso in occasione del festival del 2019, deturpa indisturbato da allora, nessun “etico” che si sia sentito in dovere di riportare la zona alle condizioni in cui l’aveva trovata. Allieta da epoca pre-pandemica i residenti con il suo progressivo degrado.

Conscio di averla annoiata a sufficienza, distintamente la saluto.

Marco Novello

Lodi

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