LODI «Il mondo al contrario: aree “dedicate” ai bambini nei parchi»

La lettera di Osvaldo Folli

È veramente uno strano Paese il nostro. Ingegnosi e versatili, sappiamo sempre trovare una soluzione ai tanti problemi che ci assillano, non andando alla radice per estirparli, ma semplicemente aggirandoli. Esempi ce ne sono bizzeffe. Basti pensare ai limiti di velocità che si rendono inoffensivi semplicemente abbattendo gli autovelox. Oppure, per rimediare ai limiti di legge per le sostanze inquinanti contenute nelle acque potabili, è sufficiente aumentare questi vincoli. Ancora, l’aria della pianura Padana è malata? Anche qui non si agisce sulle cause ma si sposta un po’ più in là (10 anni) i termini per abbassare i livelli d’inquinamento.

Sulla stessa falsariga possiamo inserire l’ultimo provvedimento che l’Amministrazione comunale di Lodi si accingerebbe a deliberare sulla questione dei cani nei parchi pubblici, come segnalato sul «Cittadino» del 29 febbraio. Si sta pensando, se abbiamo ben capito, di individuare in ogni parco una piccola zona recintata e protetta ove rinchiudere i bambini (ma anche genitori e nonni) e in cui i cani (bontà loro) non potranno accedere, mentre avrebbero la possibilità di scorrazzare nel resto del parco.

Prendendo a prestito il titolo di un fortunato libro, siamo proprio arrivati a un mondo al contrario. Dal divieto generalizzato di accesso ai cani nei parchi pubblici, si è ora arrivati all’eccesso opposto consentendo l’ingresso degli umani, ma solo in un settore limitato e recintato. Chissà se ora il TAR vorrà rivedere la sua posizione e giudicare illegittimi e lesivi della libera circolazione queste limitazioni che impediscono ai genitori di “condurre” i propri bambini a giocare nei parchi pubblici, senza restrizioni. Intanto non meravigliamoci che le culle siano sempre più vuote.

Osvaldo Folli

Lodi

(Michela Brambilla nel 2015 a Lodi in una manifestazione per chiedere l’ingresso dei cani nei parchi)

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