LODI «Cultura del verde, in Comune serve un cambio di passo»

La lettera di Michela Sfondrini

Ancora una volta eccomi tornare sul tema del verde urbano. È di pochi giorni fa la (pessima) notizia della pretesa di taglio, da parte di Ferrovie Italiane, degli ultimi tre platani sopravvissuti in Viale Trento Trieste ma, al di là, dei singoli fronti aperti, mi rivolgo ai nostri amministratori per chiedere un chiarimento e informazioni su cosa ci si debba aspettare, nei prossimi mesi, sul fronte del verde. Continuo ad auspicare si struttureranno occasioni di confronto con la cittadinanza, in modo da fornire aggiornamenti costanti, per dare spazio a percorsi di partecipazione ma soprattutto auspico emerga una visione e una progettualità complessiva che esprima una cultura del verde di cui si sente la mancanza e che rappresenterebbe un cambio di passo rispetto al passato, e al presente.

Non è chiaro quanto a Lodi si spenda per il verde urbano, come e per cosa esattamente, non è chiaro quali risultati si siano conseguiti, quali priorità l’amministrazione si sia data, quali risorse interne siano dedicate, a quale visione si intenda dare concretezza e quali siano gli obiettivi: risparmiare? O spendere meglio di quanto fatto finora?

Il principale strumento di comunicazione sullo stato del patrimonio arboreo e sulla programmazione degli interventi nei confronti delle piante che versano in condizioni critiche è l’elenco degli alberi critici nel quale risultano le specie, l’ubicazione, le ragioni che rendono necessario il taglio, oltre che le eventuali ripiantumazioni. Presentato dall’amministrazione come strumento di trasparenza, non convinta della sua utilità domando: quando vedrà la luce l’elenco relativo al secondo trimestre 2023 visto che siamo ormai al 27 aprile senza che nulla sia ancora apparso? Quali azioni sono state intraprese relativamente alle piante attenzionate nei primi due elenchi, quello dell’ultimo trimestre del 2022 e quello del primo trimestre del 2023? Si contavano ben 153 alberi da abbattere, credo ne siano state abbattuti una ventina, c’è stato forse un ripensamento? Ma, se così non fosse, quali sono le tempistiche degli abbattimenti e, soprattutto, quali le compensazioni? Nell’elenco degli abbattimenti, dove pur è prevista una voce apposita dedicata alle compensazioni, quasi nulla si ricava: quali i criteri con cui si procederà e quando? Quale la misura dell’investimento previsto a bilancio?

Cambio rotta, ma solo di poco. A fronte della richiesta, avanzata da più parti, di dare vita a una consulta per il verde, è stata comunicata la costituzione di una sotto commissione alberi in seno alla Commissione consigliare ambiente. Non ritengo si tratti - la consulta e la sotto commissione - di due esperienze sovrapponibili ma mi domando, nella certezza che la consulta non esiste, la sotto commissione esiste? Quali consiglieri ne fanno parte? Con quale mandato? Qual è il focus della loro azione e quali azioni hanno svolto finora?

Ultimo ma non ultimo in ordine di importanza: i platani di Viale Trento Trieste. Dopo il taglio di gran parte del filare e la richiesta di deroga avanzata dall’amministrazione apprendiamo che Ferrovie Italiane, in nome della vicinanza alla rete ferroviaria, pretende il taglio anche dei tre platani sopravvissuti, senza entrare nel merito del loro stato di salute. Se da una parte la proiezione delle piante potrebbe interferire con la linea ferroviaria dall’altra nella relazione agronomica commissionata dal Comune si legge che potature conservative, monitoraggi, prove di trazione potrebbero consentire una sopravvivenza dei platani compatibile con un rischio che mai, per nessuna pianta, in ambiente urbano può essere uguale a zero. Si taglierà perché le piante, a prescindere dal loro grado di pericolosità, stanno troppo vicino alla linea ferroviaria - l’Italia è zeppa di piante troppo vicine a qualcosa - ma usando lo stesso metro abbatteremo anche le costruzioni posizionate, violando i termini della stessa legge, troppo vicine alla stessa linea? Non è una domanda retorica, è la domanda cui mi piacerebbe che un’amministrazione di centro sinistra consapevole del valore del proprio patrimonio arboreo desse una risposta coraggiosa.

Nel frattempo osservo l’abbandono che ha preso il posto dei platani che non ci sono più: i ceppi non rimossi che troneggiano ancora sul marciapiede, a distanza di settimane, non ci raccontano solo il vuoto lasciato dal taglio ma anche la mancanza di una riparazione – e qui si entra nell’annoso tema delle compensazioni - che corrisponda a una progettualità che davvero sani, per quanto possibile, una ferita. L’amministrazione ha annunciato che provvederà a riqualificare l’intero viale mettendo a dimora alberi di terza grandezza. Speriamo.

Michela Sfondrini

Lodi

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