Lodi, il caso Vittorio Feltri: «La sinistra ormai ha paura delle parole»

FESTIVAL DEI LIBR I Cosa va censurato e cosa va dotato del bollino di alta moralità?

Buongiorno Direttore, ho letto con molta attenzione la lettera inviata, la scorsa settimana, al suo giornale da Lodi Comune solidale in merito alla mancata partecipazione di Vittorio Feltri al festival letterario “Il Fiume dei libri”. La lettera, che avrebbe meritato il titolo “Non sono contro la libertà d’espressione ma…” dimostrava una diffusa paura delle parole che costituisce ormai, fingendo che si tratti di una novità, uno dei tratti caratterizzanti della sinistra italiana, e non solo italiana. Purtroppo, come traspare dalla lettera, qualcuno pensa che costituiscano l’innesco di “processi di conoscenza, di partecipazione e di arricchimento ideale e culturale” solo parole dette con i modi e trattando gli argomenti che qualcuno definirebbe conformi alla “dignità culturale”, non ponendosi mai il problema di quale autorità siano dotati essi stessi per poter definire cosa sia dignitoso e cosa meno, cosa vada censurato e cosa vada dotato del bollino di alta moralità. La democrazia vive e ha necessità di dibattito, un dibattito che può e deve poter avere forme e contenuti che disturbino profondamente chi ascolta, questi sono ingredienti necessari anche per qualsiasi “arricchimento culturale”, che sarebbe l’obiettivo di queste rassegne, altrimenti si tratterebbe semplicemente di “vicendevoli effusioni” (volendo rispettare forme che non urtino la sensibilità degli amici di Lodi Comune Liberale) tra persone che pensano la stessa cosa.

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