«Il caso delle lavoratrici degli asili nido: il Comune ritiri il bando»

L’intervento di Lodi Comune solidale sul caso Carillon

Asili Nido a Lodi. Cominciamo subito a chiedere alla destra di avere un po’ di pudore nell’intervenire in questa vicenda, in quanto molti degli esponenti oggi ancora seduti in consiglio comunale sono stati protagonisti della vicenda delle 72 lavoratrici delle mense scolastiche cittadine, colpite nel reddito e nelle tutele in conseguenza delle loro decisioni.

Inoltre non possiamo sorvolare sul fatto che questa vicenda, come altre che riguardano il personale occupato nei servizi del nostro comune, discende da cinque anni di disinteresse e di mancanza di visione politica della giunta precedente sulla gestione del personale.

A causa di questo disinteresse ci troviamo oggi con un organico estremamente ridotto, con servizi anche importante sguarniti e ci troviamo a fare i conti con la necessità di aumentare, rimotivare, ridare serenità al nostro personale, con tutti i vincoli e le difficoltà che la legislazione nazionale mette a questa intenzione.

La Giunta precedente ha di fatto privatizzato il nido Girotondo.

Ha spostato tutto il personale comunale presso il nido Carillon senza in 5 anni mettere in campo una politica per l’infanzia e la famiglia bellamente chiudendo in un faldone il progetto “Fanciullezza” che, insieme agli asili nido comunali, aveva l’obbiettivo di sostenere la crescita dei bambini e delle famiglie grazie anche alla partecipazione attiva di tante associazioni.

Oggi l’esternalizzazione di 2 sezioni del nido “Carillon” è quindi la conseguenza di 5 anni di passata amministrazione che non ha provveduto ad alcuna sostituzione di personale comunale che è andato in pensione, scegliendo invece di inserire progressivamente lavoratrici interinali per fare funzionare la struttura.

Ricordiamo che le ultime assunzioni di personale comunale ai nidi sono state fatte con la Giunta Uggetti.

La soluzione, prospettata e decisa dalla maggioranza dell’attuale amministrazione, di assegnare all’Azienda Consortile (ACSI) la gestione dei nidi comunali ovvero di solo due sezioni del “Carillon”, avrebbe potuto garantire al meglio il proseguimento dell’attività delle lavoratrici coinvolte, la salvaguardia delle loro retribuzioni, la certezza della continuità didattica per le famiglie coinvolte, la possibilità di una riflessione seria ed approfondita sul futuro del servizio e non ultimo il mantenimento di una apertura su di un percorso temporale per una futura reinternalizzazione dello stesso.

Fino allo scorso ottobre tale percorso sembra assodato, con il confronto tra amministrazione e Consorzio avviato, l’appalto prorogato, le lavoratrici informate di questa scelta. L’apertura di un bando di gara a novembre senza condivisione, la mancanza di clausole di mantenimento salariale per le lavoratrici coinvolte, l’amara consapevolezza che questa mancanza avrebbe comportato una perdita salariale ingente, con le educatrici interinali (che sono laureate) che sarebbero passate dall’attuale retribuzione netta di 1800 Euro al mese per 36 ore ad uno stipendio di 1250 euro netti al mese per 38 ore di lavoro a causa del passaggio in cooperativa, non ci trova d’accordo.

Non pensiamo che questa decisione sia la più giusta per questo servizio e per le lavoratrici coinvolte, pensiamo che ci sia una possibilità altra e diversa e ribadiamo anche qui la nostra proposta: il ritiro del bando presentato; la proroga fino al termine dell’anno scolastico dell’attuale contratto di somministrazione lavoro per le lavoratrici coinvolte (si può fare); il riavvio del dialogo con l’Azienda Consortile; l’ avvio di un percorso di reinternalizzazione del servizio con personale comunale.

Certo l’attuale legislazione sugli enti locali è fortemente punitiva e vincolante sulla possibilità di erogare servizi ai propri cittadini da parte delle amministrazioni comunali, dato che è costruita sull’ideologia liberista del comune quale azienda come le altre e sull’idea che si possa risparmiare sui bilanci pubblici tagliando i servizi e dandoli ai privati, idea che ha creato la pratica immobilizzazione dell’attività pubblica nel nostro paese, come ognuno di noi può constatare.

Ma pur in mezzo a questo quadro generale negativo le nostre proposte sono praticabili e alla portata.

Questa è l’opinione che LODI COMUNE SOLIDALE ritiene come l’unica capace di garantire le lavoratrici coinvolte, di superare gli errori dalla passata amministrazione comunale, ma soprattutto di ritornare ad avere un asilo nido a gestione pubblica.

Lodi comune solidale

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