
Lettere al Direttore / Lodi
Lunedì 16 Giugno 2025
HOCKEY, IL CASO «Il rigore annullato: i giocatori del Trissino
avrebbero potuto parlare....»
La lettera di Stefano Pozzini
Occhi che vedono, occhi che non vedono... gli occhi che vedono sono quelli di un bambino in maglia giallorossa, con lo sguardo rivolto verso il cielo, e lo ritrova dipinto del giallo e del rosso di una bandiera che ricopre una intera tribuna mentre gli occhi che non vedono guardano altrove, nel vuoto, forse per trovare la giusta concentrazione.
Gli occhi che vedono colgono tutto, anche i brividi di chi sta loro accanto, quelli di una serata magica, perché gli occhi che vedono sanno anche sentire, sanno ascoltare.
Anni fa, sotto la curva sostavano sempre due occhi sostenuti da un corpo su di una carrozzina, a detta di altri, occhi ciechi, ma quegli occhi sapevano vedere, ascoltando i brividi della tribuna lì accanto, e quelli del cuore che batteva al ritmo dei tamburi. Gli occhi che vedono hanno uno sguardo che sa andare oltre una pallina che finisce in una rete, così piccola che non a tutti e dato di vederla. Vanno oltre le 14 reti di una partita bellissima che sarebbe potuta diventare epica. E lo sarebbe potuta diventare anche per un arbitro, che di Eccelsi ieri non ha certo avuto gli occhi. Ma di cui non ha colpa perché l’errare è umano, troppo umano direbbe un grande filosofo di qualche secolo fa. Forse si stava asciugando gli occhi dal sudore di una serata caldissima e i suoi occhi non hanno visto. Qualcuno altro invece sugli spalti, con la maglietta giallorossa e con gli occhi al cielo non più giallorosso, si stava asciugando gli occhietti da qualche lacrimuccia, di chi gli è stato appena portato via il giochino più bello.
Portato via da chi si è girato dall’altra parte e non ha voluto vedere. Sono i 20 occhi in maglia biancoazzurra che non hanno visto, hanno finto di non aver visto. Potevano, con un gesto clamoroso, eroico, onesto, segnalare all’arbitro ciò che altri 4000 occhi hanno visto bene. Non lo hanno fatto. Avrebbero potuto coprirsi di una stima infinita, dare un esempio meraviglioso a tutti i bambini presenti e ai loro occhi e avrebbero probabilmente anche vinto ugualmente perché erano i più forti, i più meritevoli, e lo hanno dimostrato in tutta la stagione. E invece no, non hanno voluto vedere cio che tutti hanno visto. Lo avrebbe visto anche quel ragazzo in carrozzina, dietro la curva col cuore palpitante e due occhi che vedevano un cielo tinto di giallorosso, proprio come ieri, sotto una immensa bandiera.
Stefano Pozzini
Lodi
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