“Fuga” del personale ospedaliero: il mero incremento numerico non significa nulla

La lettera di Pino Carrera sulla grande fuga dei dipendenti ospedalieri

Leggendo su “Il Cittadino” di oggi 29 giugno l’articolo con i dati diffusi dall’ASST, non posso fare a meno di pensare che davvero non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere.

Premesso che sarebbe interessante avere il dato numerico disaggregato per il periodo 2021-2023 (quando è iniziata la grande fuga, non per la vittoria come nel famoso film, ma per la disperazione), il mero incremento numerico non significa assolutamente nulla. Tanto per fare un esempio dando i numeri, io posso avere nove monete da dieci centesimi, ma conto meno di chi ne possiede una da un euro. La valutazione complessiva, quindi, deve prendere in considerazione la qualifica e l’esperienza delle persone assunte ed il settore cui sono state assegnate.

Anche il dato relativo all’abbassamento dell’età media è ambivalente, perché può anche indicare che si sono perse figure di grande esperienza e capacità (conosco molti ex dipendenti che, pur amanti del lavoro, hanno scelto di andare in pensione esasperati per il trattamento ricevuto).

Inoltre, se davvero il numero dei dipendenti è aumentato, il motivo di preoccupazione è ancora maggiore. Se per le prestazioni ambulatoriali ci sono tempi di attesa allucinanti, se moltissimi cittadini si lamentano per lo scadimento anche qualitativo dei servizi offerti e per il ridimensionamento di altri, affermare che il numero dei dipendenti è aumentato significa ammettere che c’è un difetto nella gestione.

Un’ultima annotazione per dovere di verità. Nell’edizione on line de “Il Cittadino” di martedì 27 giugno, in calce alla mia lettera sono indicato (ma non l’ho scritto io) come ex primario di Patologia Neonatale. In realtà io ero semplicemente il responsabile della struttura semplice che faceva capo all’Unità Operativa di Pediatria con primario il dott. Gargantini. Ci tengo molto a questa precisazione non volendo entrare a far parte della già folta schiera di persone che si attribuiscono meriti che non hanno.

Pino Carrera

Lodi

© RIPRODUZIONE RISERVATA