Era un puro di cuore che mai ostentava lampi d’orgoglio

Otello Bosio

Voglio ricordare Otello Bosio a nome del Consiglio direttivo della Società generale operaia di mutuo soccorso, con la morte nel cuore e con un velo di dolore che scende su tutti noi impedendomi, anzi impedendoci, di regolare il tumultuoso avvicendarsi dei ricordi e dei pensieri. Esprimo tutta la commozione che ci prende; scacciando l’incredulità alla quale ci volevamo aggrappare per allontanare un vuoto che si apriva nell’animo. Abbiamo condiviso le più dure battaglie del pensiero, battendo un cammino lungo e faticoso.

Con infinita tristezza vogliamo ricordarti a quanti - e non sono pochi - ti hanno conosciuto e ti sono stati colleghi, amici e compagni dell’oggi e di un tempo ormai lontano. La tua scomparsa ci sembra ancora impossibile, pare un sogno, uno di quei sogni lugubri che pur nel riposo ti fanno sussultare e risvegliare, lasciandoti l’animo sconvolto, dolorante ed abbattuto.

Dalla nostra memoria si materializzano le algide e diafane immagini che diventano stilettate quando pensiamo che Otello non c’è più; e lo sgomento annebbia la commemorazione che non avrei mai voluto fare. Questo ricordo ci scorre maldestro, le immagini liete sono da conservare ma si fanno tremolanti, le insidia il pensiero della irrimediabile perdita. La tua scomparsa ci è giunta improvvisa e inaspettata: una di quelle notizie che non si vorrebbe mai ricevere e che quando le conosci ti colpiscono con forza creandoti sempre un grande e freddo vuoto dentro: un amico è scomparso ghermito dalla sorte di un destino crudele.

Otello te ne sei andato senza che noi potessimo fermarti! Ti sei spento a soli 68 anni, dopo una vita laboriosa e buona. Allo stupore angoscioso e muto si è sostituito il dolore di chi ricorda e rimpiange. Di rado ti ho visto adirarti. Sicuramente non ti bruciavano “dentro” fuochi di rabbia, di passioni prementi per le vicende che normalmente si intrecciano con l’esistenza.

Amavi prendere un caffè quotidiano passeggiando in Piazza a Lodi; eri uno juventino DOC che si divertiva per celia a battibeccare bonariamente con gli avversari-amici della sua squadra del cuore. Sei stato attivo collaboratore, sostenitore e dirigente della Cooperativa e del Circolo “Ettore Archinti” di Lodi (oggi ridedicato alla memoria di Enrico Cerri) di cui fosti per anni stimato rappresentante.

Intendevi la politica come servizio da svolgere con onestà morale ed intellettuale, con impegno alla solidarietà e con la disponibilità al dialogo. Avevi ricoperto anche incarichi pubblici cittadini significativi. E quando la degenerazione della vita politica aveva raggiunto un livello per te intollerabile avevi saputo sostituire la tua militanza con l’azione sociale.

Da quasi dodici anni eri alla presidenza della nostra Società operaia di mutuo soccorso, e sempre con la fede che ti animava fin dal principio, mostrando anche di avere conoscenza piena dei tuoi doveri di presidente e procurando di osservarli con un rigoroso protocollo sociale: attivo e bonario, abile nell’equilibrare le parti e capace di mettere tutti d’accordo indipendentemente da ogni fede politica. La Società era quasi una tua seconda casa ed eri sempre presente e disponibile quando si trattava di dover trovare la soluzione a qualche problema. È infatti unanime il rimpianto dei soci del nostro sodalizio di cui molti ti furono amici.

Eri dotato di buon senso e di sano criterio; eri uno di quegli amici di pronto consiglio. Avevi idee alte, di grandi e nobili iniziative, di saldi principi morali, di cuore e sentimenti umanitari; schietto, sincero e generoso avevi sempre presente il bene comune. Ti sorreggeva il dono della semplicità. Sei sempre stato un puro di cuore che mai ostentava lampi d’orgoglio nell’autostimarsi, tutto quello che eri e che facevi lo avviavi sui binari della modestia e dell’umiltà. Possedevi un’intelligenza, intuitiva e riflessiva, che emergeva nelle vicende del vivere quotidiano. Il tuo carattere, ricco di autentica bontà, ti rendeva vicino alla gente; e l’approccio alle persone ed alle istituzioni, spesso improntato all’ottimismo della volontà, era sempre costruttivo.

Una disponibilità all’incontro che in tanti, ricordandoti, ti riconoscono come un pregio.

Conoscendoti sono sicuro che negli ultimi istanti della tua esistenza (conclusasi per una tragica ironia della sorte proprio pochi minuti dopo aver ottenuto l’ennesimo riconoscimento dell’Ats per il lavoro di riqualificazione di tre nuovi appartamenti da destinarsi ai soggetti più deboli della città), hai goduto dell’intima gioia di aver completato, e con successo, un’altra azione mutualistica che ha garantito ad alcune persone in difficoltà economiche di poter beneficiare del concreto sostegno della Società operaia. Soprattutto però ti animava l’amore per la famiglia e le tue adorate nipotine.

Questo era l’uomo che avremo sempre nella mente e nel cuore, l’Otello che abbiamo voluto ricordare, seppur in una traccia schematica, sicuramente incompleta, bloccata com’è da una tristezza che ci pesa sui pensieri. Tutto ciò abbiamo voluto esprimere per un bisogno del cuore e perché era doveroso un breve saluto in questa dolorosa e gelida mattinata. A noi che restiamo e che ti piangiamo, il commiato ci appare tremendo ma sono sicuro che tu, da lassù, continuerai a sorriderci…

Con la tua scomparsa si perde una piccola ma significativa parte della nostra storia quotidiana, umana e sociale. Ora te ne sei andato… e definitivamente. Ti abbiamo perduto Otello… quanta tristezza non rivederti più! Ci consolerà pensarti in un qualche luogo a noi invisibile a leggere e discutere di mutualismo e dei suoi valori!

E ci piace credere, anzi ne siamo certi, che tu continuerai a suggerirci, in qualche modo, la strada più giusta per esprimere quella solidarietà che era il tuo credo più vivo.

Ringraziamo coloro che davvero numerosi venerdì 1 dicembre sono intervenuti alle tue esequie.

Angelo Stroppa
Lodi

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