«Ennesimo attacco al calendario venatorio nel silenzio della Federcaccia lodigiana»

La voce di uno storico cacciatore

Da appassionato cacciatore con 50 licenze vissute fin ora, a da Federcacciatore fin dal primo porto d’armi, non riesco a passar sopra o oltre, a ciò che Federcaccia Lodigiana non ha fatto e taciuto. Abbiamo ricevuto e sopportato l’ennesimo attacco meschino al calendario venatorio regionale con le conseguenze che tutti noi appassionati della caccia ben conosciamo; Federcaccia Lombardia ha smontato tutte le menzogne riportate nel ricorso presentato dai nostri nemici pur di suffragare il loro dire; a Lodi poi siamo stati chiamati in causa persino dal Comitato Fiasp Lodigiano per la peste suina, e la nostra Federcaccia Provinciale dov’era, dov’è? Chi l’ha vista o sentita?

Il presidente provinciale ha ben pensato di non dover intervenire pubblicamente per far sentire la voce di Federcaccia, per sostenere in terra Lodigiana la nostra passione, i nostri diritti, il rispetto che da cittadini cacciatori ci spetta; ha preferito lasciar correre, non scendere in campo, non confrontarsi e dialogare neppure con i propri cacciatori. Che ci sta a fare?

Vero che per far ciò si dovrebbe essere conoscitori delle peculiarità del mondo venatorio e di Federcaccia in particolare, amare la caccia e soprattutto avere Federcaccia nel cuore e nel proprio DNA; e a oggi, fine ottobre, a oltre un mese dai fatti, per quanto a mia conoscenza, il presidente provinciale non ha tenuto alcun incontro con i presidenti (assemblea) e non si è fatto vedere sul territorio nelle nostre sezioni, per portare l’operato della nostra Federazione Regionale sempre attenta e attiva a difesa della caccia e di noi cacciatori, e spiegare almeno che il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), grazie all’intervento di Federcaccia Lombardia, con la sentenza n. 02298/2024 ha dichiarato in parte improcedibile e per la restante parte ha respinto il ricorso presentato da Lac, Wwf, Lipu ecc. riconoscendo il ruolo dei cacciatori e della caccia.

Non oso immaginare cosa non avrebbe fatto se avessimo perso il ricorso. Un silenzio assordante ed un’assenza ingiustificabile del presidente di Federcaccia Provinciale di Lodi.

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