«Eleviamo la qualità, ma riduciamo i loro compensi»

Le osservazioni di Pierluigi Cappelletti sui temi all’ordine del giorno dopo l’esito del referendum

Gentile direttore, ho letto con interesse il fondo su “ L’esito del referendum e la qualità della politica” da lei scritto e pubblicato mercoledì scorso. Concordo in tutto, ma mi permetto di fare una piccola aggiunta al suo finale. È verissimo che se si vuole che il Parlamento torni a essere centrale nella nostra vita democratica non basta ridurre il numero dei parlamentari. Serve elevarne la qualità e per far questo non basta certo un referendum. Ma sappiamo pure che nell’epoca in cui impazzano sui social i punti di vista di tutti i cittadini, che liberamente e democraticamente è giustissimo che si esprimano, è necessario porre un argine al linguaggio, ai toni ed ai contenuti stessi, a volte offensivi e non rispettosi dei principi contenuti nella Costituzione. Secondo punto, affatto secondario: cerchiamo di elevare la qualità dei rappresentanti che inviamo in Parlamento ma prima abbassiamo i loro compensi.

È inconcepibile che chi afferma di “stare dalla parte del popolo”, di “ fare gli interessi del popolo”, di “ lavorare per il bene comune” sia in realtà un super privilegiato come non ce ne sono di uguali nel mondo democratico. Il servizio della Gabanelli di pochi giorni fa ha dipinto un quadro vergognoso per noi cittadini italiani comuni: la “casta” esiste ancora, c’è, si arrocca e persevera nel privilegiare sé stessa. Infine non riesco ancora a capacitarmi di come abbiano potuto raddoppiare gli emolumenti ai Sindaci in una stagione in cui i cittadini normali faticano più di prima a sbarcare il lunario, ed ora in certi Comuni si alzano pure le tasse per coprire lo stipendio del Sindaco. La ringrazio per l’attenzione con cui “Il Cittadino” informa.

Pierluigi Cappelletti

Orio Litta

(nella foto Pierluigi Cappelletti)

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