«Dopo 26 anni sono tornato a Flossenbürg»

LA LETTERA Di Ivano Mariconti

Dopo 26 anni, sono tornato a visitare il Memoriale del campo di concentramento di Flossenbürg. Correva l’anno 1999 e quel viaggio fu condiviso con Aurelio Ferrari, allora sindaco di Lodi, Paola Tramezzani, bellissima figura della lodigianità attiva e allora vicesindaco, altri lodigiani e mio padre, allora vivente.

Ci sono ritornato dopo 26 anni per celebrare l’ottantesimo Anniversario della Liberazione del Kz- Flossenbürg da parte dell’esercito degli Stati Uniti d’America. Il campo di concentramento di Flossenbürg, situato a metà strada tra Norimberga e Praga, fu attivo dal 1938 al 1945, quando il 23 aprile 1945 le truppe della 90th Infantry Division raggiunsero il campo di concentramento dove si trovavano ancora circa 2 000 (altre fonti sostengono 1 600) detenuti abbandonati perché inabili alla marcia e in condizioni critiche. Arrivarono anche le truppe della 97th Infantry Division che si occuparono dei malati e della sepoltura delle centinaia di cadaveri trovati.

Il numero complessivo di prigionieri transitati da Flossenbürg non è determinabile con precisione: nell’ultimo anno di guerra spesso non venivano registrati. Fonti ufficiali parlano di circa 100.000 detenuti (tra cui 16.000 donne) provenienti da 47 stati diversi. Nemmeno il numero complessivo di morti è certo. Dal 2000 è in corso una meticolosa opera di ricerca che ha portato a identificare oltre 21.000 nomi dei circa 30 000 morti a Flossenbürg. Ci sono ritornato per ricordare tre persone a me care: anzitutto mio padre, Gianfranco Mariconti, immatricolato con il numero 43699, deportato con il Trasporto 118 e sopravvissuto al duro regime concentrazionario.

Ettore Archinti, matricola 21504, un’immensa figura politica e resistenziale di Lodi, deceduto nel campo il 17 novembre 1944. Dietrich Bonhoeffer, martirizzato nel campo di Flossenbürg, il 9 aprile 1945, grandiosa figura di teologo e pastore luterano che aderì alla Resistenza tedesca e alla Chiesa Confessante Luterana partecipando attivamente alla congiura che sfociò nel fallito attentato del 20 luglio 1944, contro Hitler. Sono stati giorni particolarmente intensi sia per la grande mole di impegni legati alla cerimonia commemorativa dell’anniversario sia per le forti emozioni di quei giorni.

Vorrei riportare alcune parole pronunciate da Albert Füracker, Ministro delle Finanze e degli Interni del Land della Baviera, nel discorso al ricevimento di Stato ai componenti delle diverse delegazioni: «Da alcuni anni tutti noi percepiamo dei cambiamenti sociali e politici, che soprattutto negli ultimi tempi si sono notevolmente accentuati.Ideologia, estremismo e totalitarismo sembrano nuovamente farsi spazio. Anche qui in Germania, purtroppo è in aumento il numero degli estremisti politici, si stanno inasprendo i toni delle interazioni sociali, sono nuovamente accettabili l’emarginazione e la diffamazione. E in tutto il mondo si assiste a un’inflazione di conflitti armati e di violenza spietata».

Ringrazio particolarmente l’Amministrazione Comunale che, essendo a conoscenza del mio viaggio, mi ha consegnato una corona di alloro da deporre in memoria di Ettore Archinti e degli italiani deceduti nel campo di Flossenbürg (tra cui Eugenio Pertini, fratello dell’indimenticabile Sandro Pertini). Da quando fu consolidato il gemellaggio tra Lodi e Flossenbürg nel 1999 è il primo gesto significativo di un’Amministrazione Comunale di Lodi per ricordare nel campo di concentramento l’indimenticabile figura di Archinti. Auspico sia un passo importante per rivitalizzare l’atto formale stipulato diversi anni orsono.

Vorrei terminare con alcune parole di Bonhoeffer: «Tanti di noi soffrono molto per essere diventati intimamente insensibili nei confronti di così tanta sofferenza che questi anni di guerra stanno portando. Proprio recentemente uno mi ha detto: «Prego tutti i giorni di non diventare insensibile». Ecco una preghiera veramente buona». (Dietrich Bonhoeffer, Lettera di Avvento del 29 novembre 1942). È ciò che vorrei rimanesse di questa visita e che vorrei condividere nella speranza che altri facciano propria questa preghiera.

Ivano Mariconti
Lodi

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