«Don Leandro, da 22 anni manchi a chi non accetta un mondo in guerra»

LA LETTERA Il ricordo scritto da Carlo Cavalli,cofondatore della Cooperativa Famiglia Nuova

Carissimo don Leandro,
sono 22 anni che ci manchi. Manchi a noi di Cooperativa Famiglia Nuova, manchi a tutti quelli che non accettano un mondo in guerra ma che non sanno come fare a evitarla.

È ancora vivo il ricordo delle interminabili discussioni su guerra e pace quando ci ricordavi che: “I potenti fanno le guerre, i poveri soffrono e muoiono”; “Tutti i combattenti ritengono di armarsi e minacciare o combattere per la pace (se vuoi la pace, prepara la guerra)”; “È ora di smettere di proclamare la sovranità assoluta degli Stati. Non era giusta neppure per il passato, perché la persona è superiore ed anteriore allo Stato; ma è ancora più assurda oggi, che non c’è Stato che non dipenda economicamente, culturalmente, militarmente ecc. dagli altri e dalle multi nazionali. È assurdo quindi invocare i confini sacri ed intangibili degli Stati e non quelli inalienabili dei cittadini, appellandosi agli affari interni di un altro Stato sovrano. Deve cessare questa statolatria. Prima di essere cittadini di uno Stato si è cittadini del mondo”.

I “potenti” di oggi ridicolizzano il pacifismo radicale ritenendolo impossibile, addirittura disumano. Gli stessi ci spingono a sceglie un militarismo interventista che confida sempre e solo nelle armi.

Ma tu, caro Leandro, ci hai più volte ricordato che per concretizzare la Pace c’è una terza via: la nonviolenza attiva.

Dicevi: “La pace richiede tre cose: la nonviolenza, la giustizia e la letizia. Pace è anzitutto nonviolenza attiva. Ma anche giustizia”. “Sulla non violenza si basa la salvezza dell’umanità”. “La nonviolenza è un’educazione che nasce e si sviluppa da lontano: nelle aule delle scuole, nelle famiglie, nelle fabbriche (e nelle comunità, aggiungo io). La nonviolenza confida sempre e dovunque nella forza della parola. Così chi confida nelle trattative, nei negoziati, nel dialogo che non si stanca mai di riprendere da capo, con fantasia e creatività, percorre davvero una terza via tra interventisti e no, tra militaristi e no, tra pacifisti e meno. La nonviolenza è oggi il vero nome della pace”. “La nonviolenza insegna ad attuare la libertà, a seguire la coscienza, a riprenderci la nostra morale, come anche la nostra vita per offrirla ai fratelli, secondo la legge della gratuità e dell’amore e non quella dell’egoismo”.

“Le ingiustizie si fanno ai poveri che non hanno forza per respingerle e le subiscono. Le sofferenze e le morti nelle guerre sono sempre dei poveri. Schierarsi per la giustizia significa passare una vita in cui si sono scelti i poveri. Infine la pace porta come effetto la letizia. La gioia non si ruba a nessuno. La si condivide con i fratelli. È questo l’augurio di pace: nonviolenza, giustizia (ai poveri), letizia per tutti”.

Allora non ci rimane che disobbedire alle scelte che portano alla guerra, a lottare da nonviolenti, tutti i giorni, per la giustizia e la pace.

(Don Leandro Rossi si è spento il 30 giugno 2003)

Carlo Cavalli
Cofondatore della Cooperativa Famiglia Nuova
Lodi

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