Lettere al Direttore / Basso Lodigiano
Lunedì 01 Dicembre 2025
CORNO GIOVINE «Roberto Concoreggi è stato un faro per noi naviganti»
La lettera di Dario Migliorini
Caro direttore,
e così Roberto ci ha salutato, lasciandoci inevitabilmente sbigottiti di fronte alla caducità della vita e rendendo questo mondo un luogo senza dubbio più povero. Roberto aveva tanti pregi: la generosità, lo spirito solidale, l’altruismo, qualcosa che gli portava affetto e stima.
Mi piace però ricordare due tratti che in particolare lo hanno contraddistinto, perché vanno decisamente controcorrente rispetto alla brutta china che ha preso questa nostra società.
Un primo tratto era il desiderio di socialità, lo stare in mezzo agli altri, il piacere dello scambio di parole, idee, opinioni, esperienze. Una cosa che lo portava a essere molto attivo sia nel sociale, sia nei tanti gruppi di amici. Un tratto che lo poneva in netto contrasto con l’effetto “indivanamento”, come lo definisco da tempo non senza sarcasmo, che sta sempre più ammorbando la nostra società. Senza che ce ne accorgiamo, giorno per giorno la vuotezza e la futilità di ciò che ci viene proposto diventa la nostra morfina e il divano, su cui insieme addormentiamo il nostro metabolismo e il nostro cervello, è l’emblema della nostra triste fine. Ecco: Roberto, con il suo stile di vita e con la sua opera attiva era agli antipodi di questo progressivo affossamento collettivo. Spero che ognuno di noi, nel pensare a Roberto, d’ora in poi abbia la motivazione, lo scatto ad alzarsi in piedi, a muoversi e a cercare la vera compagnia, quella di altri esseri umani. Che sia per spirito solidale o associativo, che sia per un evento culturale o musicale, che sia per una cena o un’uscita fuori porta. .
C’è poi un secondo tratto di Roberto che mi piace ricordare. La nostra società soffre maledettamente di un’altra grave malattia: la superficialità. C’è poco che ci appassiona e, di conseguenza, spesso rimaniamo ignoranti delle cose. A volte, ci accontentiamo di conoscere solo la superficie delle cose, senza approfondirne i contenuti. E anche quando abbiamo la necessità o il piacere di informarci su qualcosa, abbiamo l’illusione che la banale interrogazione di un motore di ricerca in internet ci possa aiutare in modo facile e veloce. Che sia tutto a portata di mano o, come si dice sempre più spesso, a portata di clic. Beh, una cosa che Roberto ci ha sempre testimoniato è l’importanza dell’approfondimento, lo scavare nelle cose, perché in questo mondo, in questa società, in questa vita, nulla è semplice. E pensare di venirne fuori continuamente semplificando ciò che è semplice non è, risulta insieme una pura illusione, un rischio di scivolare e un’occasione persa.
E allora ancora… che la testimonianza di Roberto funga da sprone a elevarci sopra il pattume che ci viene proposto, per rendere più solida e sicura la superficie scivolosa e sottile su cui veniamo indotti a camminare. Una superficie di illusoria stabilità, fondata sull’eccesso di importanza di ciò che appare rispetto a ciò che è, dell’immagine rispetto al contenuto.
Socialità e approfondimento, dunque: due pilastri che, insieme all’altruismo e all’ottimismo, hanno fatto di Roberto un “profeta” in una società che tende a svanire e che dobbiamo assolutamente riprenderci in mano e ricostruire. Una canzone del mio autore preferito dice: “Tutto muore, tesoro, questo è un fatto. Ma forse tutto ciò che muore, un giorno tornerà”. Perché Roberto continui a vivere, non serve altro che mettere in pratica la sua grande testimonianza, di cui gli saremo sempre grati.
Dario Migliorini
Corno Giovine
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