CODOGNO «Incidenti in stazione, nessuna accusa ma chiedo verità»

La lettera di Federica Drago

Lettera aperta a tutti i cittadini che non vogliono più restare in silenzio.

Sono residente a Guardamiglio. Scrivo con profondo dolore e indignazione dopo l’ennesima tragedia accaduta alla stazione ferroviaria di Codogno, dove un ragazzo di 27 anni, nostro concittadino, ha perso la vita pochi giorni fa.

Non è la prima volta. Solo pochi mesi fa, un’altra giovane vita si è spenta nello stesso luogo, e anche allora le informazioni ufficiali sono state minime. Nessun nome, nessuna ricostruzione pubblica, nessuna risposta certa. Solo silenzio.

Nel frattempo, i lavori nella stazione di Codogno vanno avanti lentamente, tra degrado e insicurezza, come più volte segnalato anche dalla stampa locale. Le passerelle pedonali sono inaccessibili o pericolose. Le aree sono male illuminate. I percorsi non sempre segnalati o protetti.

Nel 2022, un altro giovane, Simone Contini, ha perso una gamba in un incidente ferroviario. Sua madre ha chiesto i filmati delle telecamere per capire la dinamica. Dopo anni, ancora non ha ricevuto risposta. Mi chiedo: perché tutto questo silenzio? Cosa si sta cercando di coprire? Qual è il prezzo della trasparenza?

Non scrivo per accusare, ma per chiedere verità, prevenzione, rispetto. Perché ogni vita conta. E il silenzio, in questi casi, fa rumore. Un rumore che chi ha coscienza non può più ignorare.

Chiedo che le autorità competenti: chiariscano pubblicamente le circostanze degli incidenti avvenuti;

rendano conto dello stato reale dei lavori e delle misure di sicurezza adottate; ascoltino le domande legittime dei cittadini che non vogliono più sentirsi impotenti.

Mi auguro che anche altri abbiano il coraggio di unirsi a questa voce. Perché restare zitti, oggi, significa accettare che domani possa accadere ancora.

Federica Drago

Guardamiglio

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