CODOGNO «Il Lodigiano invecchia: la politica sia lungimirante»

La lettera di Rosanna Montani, capogruppo di Codogno Insieme 2.0

Lo scorso 29 settembre ho partecipato ad un convegno della Fondazione Opere Pie Riunite di Codogno dedicato alla qualità della vita delle persone anziane con un occhio particolare alle patologie legate alla demenza senile e all’Alzhaimer.

L’ascolto di alcune relazioni, in particolare quella del dottor Boggi e della dottoressa Spagliardi, nonché l’intervento di una rappresentante del servizio infermieristico della Fondazione, hanno suscitato alcune riflessioni e considerazioni, non solo come amministratrice, ma anche come famigliare di una persona ultra novantenne.

Le relazioni dei tecnici hanno chiarito tante perplessità, fatiche, difficoltà che la persona anziana e i suoi famigliari si trovano ad affrontare, nell’inevitabile invecchiamento e le conseguenze che questo porta laddove pian piano o in modo repentino scemano le autonomie, la gestione del quotidiano, la capacità di intendere e volere.

Non solo, si sono aperti nuovi confortanti scenari sulle terapie farmacologiche, al momento in fase di sperimentazione, sulla possibilità di individuare per tempo alcune degenerazioni cognitive attraverso un semplice esame del sangue. Fortunatamente la medicina, la ricerca stanno facendo grandi progressi, ma una grande importanza oggi, rimane ancora la prevenzione e quindi stili di vita che rallentano e dilatano una vita limitata e limitante. (interessi, alimentazione, sport, cultura, grado di istruzione, relazioni sociali).

Mi hanno impressionato i dati sul tasso di invecchiamento della popolazione nel Lodigiano da qui ai prossimi 30 anni, i costi che la gestione delle cronicità imporranno e il primato del Comune di Codogno, per gli anziani affetti da demenze e non autosufficienza.

Dati oggettivi che prima di tutto coinvolgono i famigliari, poi le istituzioni (ASST, ATS, RSA, Servizi sociali, Comuni, Medici di base, Ufficio di Piano, ecc). Ho colto lo sforzo di alcune di queste realtà presenti al dibattito, di trovare nuove soluzioni, proposte, idee, ma altrettanto ho percepito la fatica di lavorare in modo sistematico in sinergia, uscendo dalla logica del proprio orticello.

La Politica, a diversi livelli, deve trovare risorse economiche ed umane per affrontare in modo lungimirante, il fenomeno dell’invecchiamento dei propri cittadini. Meno parole e retorica, più fatti.

Un altro aspetto mi ha colpito profondamente. Le istanze di tanti famigliari presenti, sia di persone seguite dai diversi servizi della Fondazione (RSA, Centro diurno, RSA aperta) sia di quelle in carico alla famiglia.

Solitudine, sofferenza, disagio, preoccupazione, incapacità a gestire la malattia del proprio caro, disorientamento. Sentimenti e vissuti che ho provato in prima persona. Muoversi nel mondo delle autorizzazioni, certificazioni, servizi, presidi, specialisti ed uffici con diverse competenze, richiede tempo, energie, conoscenze, organizzazione. Si cerca aiuto e spesso si affoga nella burocrazia.

Credo sia urgente trovare un sistema, una modalità, un servizio che aiuti concretamente le famiglie a trovare risposte per dare qualità di vita ai propri anziani e serenità alla famiglia stessa. Qualche idea in merito ce l’ho e la porterò nelle sedi opportune.

In ultimo, la visione di una video intervista ad alcuni famigliari che hanno vissuto “il calvario” di un parente affetto da demenza e decadimento, oltre alla commozione, ha confermato l’urgenza di non lasciare da solo nessuno, di semplificare alcune procedure e agire scelte coraggiose per dare risposte ad un’istanza di dignità, sottesa nel sottotitolo del convegno “Voglio vivere ancora”.

Rosanna Montani

Capogruppo Codogno Insieme 2.0

Codogno

© RIPRODUZIONE RISERVATA