
Lettere al Direttore / SudMilano
Lunedì 22 Settembre 2025
«Centro migranti, sbagliato creare allarme sociale»
Riflessione dopo il caso della violenza a San Zenone
Melegnano
Tutti siamo sollevati della rapida conclusione delle indagini relative alla violenza sessuale consumatasi a fine agosto alla stazione di San Zenone al Lambro, che naturalmente riteniamo di estrema gravità. Tra questi, anche l’assessore regionale Franco Lucente, che in una lettera pubblicata dal «Cittadino» se ne felicita, aggiungendo però alcune affermazioni che riteniamo non condivisibili. Lucente ritiene da anni inopportuna la presenza sul territorio del Centro (che in realtà, come forse Lucente ignora, si chiama Casa di Solidarietà Papa Francesco), per le “oggettive difficoltà di gestire tante persone accolte”, con conseguenti pericoli per la sicurezza dei cittadini. Afferma che tali centri diventano spesso “ricettacoli di individui che dimostrano con comportamenti odiosi di non volersi integrare”, e ritiene opportuno un serio ripensamento sull’utilizzo di tali centri.
A questo proposito facciamo presente che:
La persona accusata del crimine in questione non è un ospite della Casa di Solidarietà, ma una persona che ha (anzi, aveva) un rapporto di collaborazione lavorativa con la struttura, e che era già stato fatto oggetto delle attenzioni delle forze dell’ordine per maltrattamenti in famiglia. L’assessore Lucente non ci risulta essersi mobilitato in occasione dei tanti femminicidi commessi da italiani.
La Casa di Solidarietà è attiva sul territorio dal 2011. Là, nel 2014 conoscemmo Bakary, proveniente dal Senegal, che nel 2016 accogliemmo nella nostra famiglia e che dal 2018 è diventato nostro figlio, che si è perfettamente integrato, ha conseguito la licenza media e lavora. Non risulta che, nonostante i timori di Lucente, in tutti questi anni si sia mai verificato un aumento della criminalità nella zona, di cui senz’altro i media avrebbero dato conto, né tantomeno episodi della gravità di quanto accaduto il 30 agosto. Ritenere quindi pericolosi “per la sicurezza dei cittadini di San Zenone e del territorio circostante” gli ospiti del Centro ci sembra una affermazione che rischia di elevare un allarme sociale inesistente.
Come in tutte le strutture di questo tipo, è possibile che problemi possano esistere all’interno della casa di Solidarietà. Pensiamo però che questi, se presenti, siano aumentati anche per i tagli che il decreto sicurezza del governo Meloni ha apportato a tutte le attività e al personale che favorivano l’accoglienza degli ospiti, l’istruzione e la loro integrazione nel territorio, cose che stanno diventando sempre più difficili e complicate (vogliamo parlare del percorso a ostacoli che è la richiesta della cittadinanza o il semplice rinnovo di un permesso di soggiorno?).
Né crediamo che la situazione migliorerà riducendo la gestione dei migranti e della loro integrazione a una mera questione di sicurezza. Occorrono reali politiche di accoglienza, che l’attuale governo non ci appare intenzionato a perseguire.
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