CASALE «Pensavo di vivere in un posto sicuro, ma i fatti mi smentiscono»

La lettera di Manuela Lombardi

Buongiorno,
vorrei condividere con Lei ed i suoi lettori alcune riflessioni sulla situazione della sicurezza a Casalpusterlengo. Pensavo di vivere in un paese tranquillo, ragionevolmente sicuro, ma oggi, a 65 anni, devo riconoscere che non è proprio così. Abito a Casalpusterlengo e i recenti fatti di ordine pubblico hanno suffragato questa impressione latente da anni e recentemente denunciata anche da alcune forze politiche oggi all’opposizione.

Vivendo nella città raccolgo grida allarmate e storie che sono in parte il risultato di anni di “non presidio del territorio”, ma anche del non utilizzo di provvedimenti interdittivi a natura preventiva impropriamente definiti “daspo urbano” per cui il sindaco – con il prefetto – può multare e stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della città per chi «ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione» o almeno io non ho evidenza che tale provvedimento sia stato utilizzato a Casalpusterlengo.

A questo si aggiunge una cultura che oscilla fra il lassismo ed il menefreghismo, che si fa beffe delle vittime di reati e che le porta a lamentarsi ma anche a non denunciare crimini, violenze, minacce e furti, per evitare di aggiungere al danno l’umiliazione. Si racconta di anziani vistosamente fragili scippati e minacciati nel caso abbiano cercato di resistere a cui è stato suggerito, in modo più o meno sotteso, “ho le mani legate, meglio che se ne stia a casa o si faccia accompagnare” o di commercianti o artigiani che volevano mostrare i volti di chi aveva cercato di scassinare la porta della loro proprietà, che si sono sentiti dire “Sì sappiamo, conosciamo gli autori ma…, e comunque le sue riprese non possono essere utilizzate, ma nemmeno diffuse per la legge…”; di giovani runner importunate sulle piste ciclabili che si sono sentite rispondere: “... ma che vuole che sia (sottinteso una palpatina) ...” inutile dire che la denuncia non è stata presentata.

Magari queste sono solo nuove favole urbane, certo che mai mi sarei aspettata di sentirle con questa frequenza in un paese amministrato da cinque anni da una giunta composta da partiti che hanno fatto dell’ordine pubblico un mantra. Si conoscono i responsabili dello spaccio, delle angherie e dei furti? Mi sorge spontanea una raffica di domande: ma che aspettiamo? Deve scapparci il morto? Dobbiamo fare una raccolta di firme? Dobbiamo fare una petizione? Solo dopo le risse più eclatanti abbiamo rivisto la presenza delle forze dell’ordine e della polizia municipale nei luoghi della movida, ma se queste storie di anziani aggrediti e di spaccate sono vere vistosamente il presidio del territorio va ampliato e possibilmente coordinato con gli altri paesi della Bassa o i cittadini onesti diventeranno prigionieri di un sistema delinquenziale ed è facile che all’esasperazione segua la reazione, magari esagerata. Non è certo questa la giustizia che vorrei!

Vorrei che a livello politico locale ci fosse una reale attenzione al problema della sicurezza, e l’attivazione di azioni di deterrenza che inducano i delinquenti a non considerarsi padroni del territorio, come lupi in un branco di pecore, perché saremo anziani o donne, ma di certo non siamo pecore!

Manuela Lombardi
Casalpusterlengo

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