Casale: «Il mio grazie al “Cittadino” per lo spazio dato alla fiaccolata per le donne iraniane»

La lettera di Manuela Lombardi

Vorrei ringraziare Il Cittadino per aver dedicato un po’ di spazio alla fiaccolata di venerdì 4 novembre per le donne iraniane.

Io ci sono stata a supporto, non solo delle donne, ma di gran parte del popolo iraniano, che nonostante i rischi continuano a manifestare ed a ricordare Mahsa Amin. Credo che la morte di Mahsa sia stata l’innesco di un malessere latente nella società Iraniana, stanca delle tante restrizioni di un regime teocratico. I racconti delle 3 donne iraniane, che sono intervenute alla fiaccolata e vivono in Italia, hanno mostrato la necessità di dare alle loro patriote tutto il supporto possibile.

Queste migliaia di giovani meritano il nostro aiuto, le loro richieste ci possono sembrare veramente di base contro l’ideologia islamica che disprezza le donne ed i diritti umani, i rischi che corrono sono enormi e non comparabili con quelle dei giovani manifestanti nostrani. Noi godiamo, grazie alla guerra di liberazione fatta dai nostri padri ed alle alleanze strategiche che ne sono risultate, di libertà e garanzie che per le iraniane sono un sogno irraggiungibile.

Venerdì è toccato a noi, pur nel nostro piccolo, fare nostro il grido degli iraniani in Patria o esuli nel mondo. Le manifestazioni che hanno avuto e avranno luogo in tutta Europa hanno stupito Monireh Kazemi (17.10 MicroMega) esule iraniana, che descriveva il suo stupore per questo supporto dopo anni in cui le loro richieste di aiuto erano state ignorate, quando non tacciate di essere islamofobiche o di destra. Ritornando al nostro piccolo che possiamo fare? Direi che dobbiamo abbandonare i vincoli del politicamente corretto e chiamare le cose con il proprio nome, come ha fatto una delle relatrici iraniane che ha proprio posto l’accento sul sistema valoriale islamico che nega una serie di diritti alle donne. Dobbiamo prendere atto che nessuno della comunità islamica locale era presente. Ma soprattutto dobbiamo difendere la nostra libertà sapendo che dobbiamo alzare lo sguardo e non girare la testa dall’altra parte per evitare rischi, fatica e sacrifici.

La libertà e la democrazia che significa, fra l’altro, parità di genere e rimuovere le barriere ad una effettiva uguaglianza degli esseri umani, non sono un bene scontato che oggi possiamo permetterci di criticare, ma neanche un vezzo come citare in continuazione che abbiamo la “Costituzione più bella del mondo” salvo poi strizzare l’occhio a governi e Stati dove esistono solo i diritti concessi dal potere di turno.

Insomma grazie alle tre relatrici iraniane che ci hanno ricordato che quelli che noi chiamiamo “diritti naturali” non sono garantiti ovunque e che vanno perseguiti e difesi sempre da tutti coloro che si sentono parte di questa grande famiglia umana.

Manuela Lombardi

Casalpusterlengo

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